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Di Segni (Ucei): 8 marzo anche per parlare di donne ebree violentate

Video NewsDi Segni (Ucei): 8 marzo anche per parlare di donne ebree violentate

“Sulla base di una ideologia di radicalizzazione islamica”

Roma, 4 mar. (askanews) – Siamo qui oggi per “affermare la natura di questo crimine non ancora riconosciuto nelle categorie di donne, massacrate e torturate, come donne ebree, israeliane, dimenticando anche da parte delle donne italiane che questo è avvenuto. Le donne non sono state prese in considerazione, le donne israeliane del 7 ottobre, in tutte le manifestazioni del 25 novembre”: lo ha affermato Noemi Di Segni, presidente Ucei, a margine dell’incontro organizzato dall’Ambasciata israeliana e dall’Unione comunità ebraiche italiane intitolato “Sopravvivere all’inimmaginabile: voci di donne dal 7 ottobre” presso la Biblioteca nazionale dell’ebraismo italiano Tullia Zevi a Roma, a pochi giorni dall’8 marzo, a cui hanno partecipato Hadar Sharvit e Yuval Tapuchi, due giovani donne, entrambe di 28 anni, sopravvissute al massacro del Nova Festival il 7 ottobre 2023. “Speriamo che dal 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ndr) all’8 marzo, una consapevolezza di dover tener conto di tutte le donne, ovunque siano, le iraniane, le donne violentate in Italia e le israeliane, nessuna di queste può essere dimenticata. Qui la cosa particolare è che sono donne ebree, israeliane, torturate, massacrate, violentate sulla base di un’ideologia di radicalizzazione islamica. E non possiamo darlo come fatto secondario”, ha aggiunto.

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