Milano, 11 mar. (askanews) – Più di 155 mila appezzamenti per un totale di 33.964 ettari vitati, con 118 varietà. Di queste, il vitigno Montepulciano presenta oltre il 52% dell’intero vigneto regionale, seguito dal Trebbiano Toscano con circa il 14% e poi dal Trebbiano Abruzzese, Pecorino, Chardonnay e via dicendo. Sono alcune delle primissime informazioni venute fuori da Ado Abruzzo, “Areali delle quattro D.O. Abruzzo per una caratterizzazione moderna”, lo studio sulla caratterizzazione dei territori delle quattro Denominazioni a valenza regionale, presentato a Francavilla al Mare (Chieti).
A condurlo è stato il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, con Ager (Agricoltura e ricerca) e le aziende agricole Chiara Ciavolich, Francesco Labbrozzi, Sandro Polidoro, Tenuta i Fauri e Fratelli Cimini, con fondi del dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo. Attraverso l’utilizzo di tecnologie basate sulla georeferenziazione delle informazioni e sull’uso dei big data, con l’impiego della piattaforma Enogis capace di integrare diversi strati informativi, sono state individuate le vocazionalità viticole ed enologiche dei vari territori interessati.
“Il lavoro che è stato svolto con questo progetto è preciso e puntuale ed è denso di dati capaci di fornire un’immagine dettagliata di tutto il territorio” ha commentato il presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi, parlando di un “risultato visualizzabile da tutti attaverso una mappa intuitiva che può fornire informazioni davvero preziose nelle scelte agronomiche e produttive. Tutto questo non può che concorrere alla valorizzazione della qualità dei vini della nostra regione, ma anche a ridurre i rischi che possono derivare da scelte aziendali sbagliate”.
Nella prima fase di lavoro sono stati mappati i vigneti partendo dallo Schedario viticolo delle aziende abruzzesi relativi all’anno 2023 fornito dalla Regione Abruzzo. Una volta georeferenziati i vigneti, sono stati caricati in webGis i dati relativi alla “Carta dei suoli della Regione Abruzzo – Arssa”, ossia la cartografia dei suoli dell’intero territorio regionale realizzato attraverso la sintesi dei dati raccolti nel periodo 1994-2006. Utilizzando i dati satellitari del progetto europeo Copernicus rielaborati a due km dalla fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento, sono state realizzate mappe climatiche basate sui dati degli ultimi 22 anni (2001-2022) ed i principali indici meteo-climatici per ipotizzare le zone climatiche più o meno adatte alla produzione di vini di qualità: con l’indice di Winkler ad esempio si possono individuare i vitigni più adatti per ciascuna zona, mentre con l’indice De Martonne, sono state identificate le zone favorevoli alla viticoltura in relazione al bilanciamento tra temperatura e precipitazione.
In Abruzzo l’indice è superiore a 20, il che indica complessivamente un clima sub-umido e quindi adatto alla coltivazione della vite. Grazie alla disponibilità del dipartimento Agricoltura della Regione sono stati intrecciati nella piattaforma i risultati delle 47 stazioni automatiche di monitoraggio agro-climatici e tutte visualizzabili in tempo reale. Infine sono stati caratterizzati i territori, per ogni delimitazione territoriale (regione, provincia, sottozone, Comuni) elaborando statistiche sulla distribuzione dei suoli e di altre caratteristiche quali l’esposizione dei vigneti, l’altitudine, la pendenza media.
Foto di Andrea Straccini
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