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Più armi e più eserciti per difendersi? L’Unione europea a un bivio 

PoliticaPiù armi e più eserciti per difendersi? L’Unione europea a un bivio 

ROMA – L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha gettato via la ‘copertina Linus’ a tutti i paesi europei. Per decenni la ‘copertina’ americana, il suo esercito e soprattutto i suoi armamenti, hanno tenuto tutti tranquilli e a bada l’orso sovieticorusso. Così i paesi europei hanno potuto accrescere il proprio benessere, fare la bella vita senza troppi pensieri. Tanto c’era sempre lo zio Sam che ci pensava. Ma adesso Donald Trump senza troppi giri di parole ha detto all’Europa sono cavoli vostri, difendetevi da soli. Non solo, stavolta lo Zio Sam ha scelto come suo interlocutore principale il ‘collega’ Putin, che governa la Russia col pugno del dittatore, sbattendo in galera e ammazzando i suoi nemici. Non solo, il nemico di ieri oggi riscoperto amico da tre anni sta massacrando il popolo dell’Ucraina portandosi a casa il 20 per cento di territorio altrui.

Il clima è cambiato, ormai a comandare non è la forza del diritto o della legge internazionale, l’accordo che nasce dal negoziato tra paesi sovrani. Trump e Putin se ne sbattono allegramente, per loro conta soltanto la forza, che impongono con le armi e con i loro eserciti pronti a farsi ammazzare. Una pessima alleanza che qui dalle parti europee ha creato un certo panico. Letti gli ultimi sondaggi, infatti, quasi la metà degli italiani, il 42 per cento per essere precisi, pensa sia possibile una guerra mondiale anche a casa nostra.

I cittadini italiani sentono minacciati i confini dell’Europa? La risposta identifica la profonda spaccatura all’interno delle nostre forze politiche. All’interno della maggioranza di Governo, mentre ha risposto SI’ il 64,8 per cento degli elettori di Forza Italia, hanno risposto NO ben il 62,6 per cento di elettori di Fratelli d’Italia e il 44,7 per cento dei leghisti. Spaccato anche il campo del Centrosinistra: il 69,6 per cento degli elettori del Pd si sente minacciato, per niente il 58,4 per cento del M5S. La stragrande maggioranza è contraria all’invio di soldati italiani in Ucraina; il 53 per cento invece è favorevole alla creazione di una difesa comune. Ed è questo il tema del giorno, discusso al Parlamento europeo con la proposta della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di prepararsi al peggio: “Questo è il momento della pace attraverso la forza. Questo è il momento per una difesa comune. Questo è il momento dell’Europa”, ha detto presentando il suo piano da 800 miliardi per il riarmo.

“Il tempo delle illusioni è finito: l’Europa deve prendere in mano la propria difesa, non in un futuro lontano, ma oggi, non con passi graduali, ma con il coraggio che la situazione richiede” ha spiegato la  presidente della Commissione europea. “Abbiamo bisogno di un’impennata nella difesa europea e ne abbiamo bisogno ora”, ha insistito. “Dopo la Guerra fredda, abbiamo abbassato la guardia, riducendo la spesa per la difesa da oltre il 3% del Pil a meno della metà: credevamo di godere di  un dividendo di pace, ma stavamo solo accumulando un deficit di sicurezza… oggi spendiamo meno del 2%, dobbiamo superare il 3%”, ha sottolineato. Von der Leyen ha anche ribadito la necessità di colmare le lacune negli armamenti per l’Ucraina e di garantire solidi meccanismi di deterrenza contro la Russia. “Non possiamo fidarci di Putin, possiamo solo dissuaderlo: il Cremlino spende più di tutta l’Europa messa insieme e dobbiamo colmare il divario”.

E con le armi ci sarà anche più lavoro: “Questo non rafforzerà solo la nostra sicurezza, ma anche la nostra economia, creando nuovi posti di lavoro nel settore della difesa e oltre”, ha spiegato Von der Leyen. “Saranno necessarie nuove fabbriche e linee di  produzione, creando posti di lavoro di qualità proprio qui in Europa”. Secondo la presidente della Commissione, “l’impulso agli investimenti si farà sentire ben oltre il settore della difesa, dall’acciaio allo spazio, dalle grandi compagnie di trasporto alle start-up innovative nell’IA”. Ancora Von der Leyen: “Insieme, abbiamo la forza per dissuadere qualsiasi paese ostile, abbiamo il potere economico e ora, finalmente, abbiamo anche la volontà politica”. Si vedrà, e non sarà per niente facile.

Il leader del M5S ha subito preso la palla al balzo: “Putin è imprevedibile? Allora dobbiamo costruire un’architettura di sicurezza fatta di mediazione e non accettando un terreno scivoloso che ci porta ancora più insicurezza. Quella di Von der Leyen è un’economia bellicista e di guerra. Stiamo togliendo tutte le risorse alla sanità, alla scuola e al capitale umano per concentrarle tutto sugli armamenti e lo facciamo senza voto democratico. Tutte le strategie dell’Unione europea si sono rivelati fallimentari negli ultimi tre anni. Il riarmo è una follia, un delirio collettivo”  ha detto Conte. Si aspetta di capire la posizione che prenderà il Pd di Elly Schlein, con la segretaria che ha già espresso dure critiche all’impostazione della Presidente della Commissione europea, mentre altri dirigenti sono favorevoli. I Fratelli d’Italia, da parte loro, chiedono di cambiare il nome: da “ReArm Europe” a “Defend Europe”.

Nel Centrosinistra non c’è accordo nemmeno sulle parole d’ordine della manifestazione lanciata da Michele Serra in difesa dell’Europa che si terrà a Roma il 15 marzo. In piazza, stando alle dichiarazioni, ci si andrà per difendere la pace e non per i miliardi da spendere in armi. Anche su questo appuntamento il leader del M5S ha sparato a palle incatenate: “Oggi abbiamo assistito a un dibattito in cui le istituzioni europee, von der Leyen, Antonio Costa, la maggioranza di tutti i parlamentari si sono espressi a favore del riarmo. Quindi, oggi manifestare per questa Europa significa manifestare per questo piano di riarmo” ha detto il leader M5S. E torna attuale quanto diceva il grande Stanislaw Jerzy Lec: “La propria impotenza è pericolosa quanto l’altrui prepotenza”. 

(Foto generata da AI)
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