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Bpm scivola sul Danish compromise: “Ma l’Opa Anima va avanti, già al 48%”

AttualitàBpm scivola sul Danish compromise: "Ma l’Opa Anima va avanti, già al 48%"

Milano, 26 mar. (askanews) – Francoforte irrompe nel risiko italiano: la Banca centrale europea dà parere negativo a Banco Bpm sull’utilizzo dei benefici patrimoniali previsti dal Danish compromise per l’offerta su Anima e la Sgr diventa improvvisamente più cara. I soci di piazza Meda dovranno rinunciare a 1 miliardo di distribuzione al 2027 e il Cet 1 della banca si fermerà al 13%, contro il 14,4% dello scenario più favorevole. La decisione definitiva sull’applicazione del Danish Compromise arriverà dall’Eba nei prossimi giorni, ma l’effetto in Borsa è immediato: Banco Bpm lascia sul parterre il 4,48% e scivola a 9,81 euro per azione, mentre Anima tiene botta e con il -0,43% si ferma a 6,94 euro per azione, ancorata ai sette euro offerti da Giuseppe Castagna.

Unicredit è spettatrice interessata, data l’Ops su piazza Meda: perde lo 0,47%, a 55,02 euro per azione. Tradotto: alla luce delle 0,175 azioni Unicredit proposte ai soci di Banco Bpm per ciascuna quota portata in adesione, lo sconto dell’Ops si riduce intorno al 2%.

Banco Bpm ha fatto sapere di voler proseguire con l’Opa su Anima, anche senza Danish compromise. Domani è in agenda un consiglio di amministrazione, con al centro le evoluzioni dell’offerta. Intanto, le adesioni aumentano, avvicinando la banca alla soglia del 50%: oggi sono state consegnate azioni per l’1,16% del capitale, il totale che può controllare piazza Meda è salito al 48,4%.

I dubbi riguardano più le mosse di Unicredit e Andrea Orcel, grande protagonista delle manovre finanziarie in Italia e in Europa. Senza il Danish compromise per Anima, Banco Bpm diventa meno conveniente ma allo stesso tempo meno cara. Unicredit, come ha ricordato più volte nelle settimane scorse, potrebbe sfilarsi, appellandosi anche a una delle clausole di salvaguardia messe nero su bianco già a novembre, o potrebbe andare avanti, senza rilanci. Gli analisti sono divisi. Per Mediobanca, “il prezzo è la variabile chiave nel processo decisionale di Unicredit. Nonostante le notizie di oggi – scrivono gli analisti – man mano che il prezzo si allinea ai termini dell’offerta, vediamo sempre meno possibilità che Unicredit si ritiri dall’offerta di Banco Bpm, data la forte compatibilità industriale e strategica dell’operazione”.

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