Battilocchio (FI): “Risposte concrete e chi si sentiva cittadino di serie B”
Penza (M5s): “Riqualificare patrimonio artistico di Caivano”
Milani (FdI): “Da Pnrr risorse per riqualificare le periferie”
Dori (AVS): “Gravi ritardi della politica nel comprendere disagi dei giovani”
“Il tema delle periferie finalmente è arrivato al centro dell’agenda politica del nostro Paese. Ora c’è un’azione molto forte da parte dello Stato in stretta sinergia con le Amministrazioni locali, a stretto contatto con le parrocchie, le associazioni del terzo settore e le istituzioni scolastiche per dare una risposta alla richiesta di attenzione da parte di quei cittadini che si sono sentiti per troppi anni di serie B”.
Lo ha dichiarato Alessandro Battilocchio (FI), presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, nel corso del Cnpr forum “Futuro urbano: lo sviluppo sostenibile tra riqualificazione e inclusione” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Anche l’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta che ho l’onore di presiedere – ha aggiunto Battilocchio – si inserisce in questa cornice. Stiamo lavorando ad una triplice azione: da un lato l’approfondimento e l’analisi della situazione attuale, dall’altro formulando proposte concrete sul tema vivibilità delle periferie, stato di degrado e sicurezza e terzo aspetto, non meno importante, presenza sui territori che in maniera sempre più corposa richiedono la partecipazione dello Stato alle dinamiche delle comunità locali.
Il decreto Caivano, che è stato approvato nei mesi scorsi che è nel pieno della sua attuazione, può e deve rappresentare un modello di azione che prevede progettualità specifiche e di qualità”.
Sul ‘caso Caivano’ si è espresso Pasqualino Penza (M5s), segretario della Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati: “Se noi troviamo contesti, come ad esempio il Parco Verde di Caivano, con edilizia popolare fatiscente degli anni ’80 costituita prevalentemente di prefabbricati che avrebbero dovuto avere una durata limitata, con condizioni di vita poco dignitose per i residenti, è evidente il rischio di ghettizzazione e che questi luoghi diventino centri di reclutamento della criminalità.
Solo con l’intervento repressivo il governo è riuscito a limitare i danni, ma evidentemente non basta. Dobbiamo guardare al futuro ma sono preoccupato per la mancanza di proposte di questo governo sul tema della riqualificazione.
A Caivano – ha rimarcato – manca l’anima stessa della città, è un comune che sta morendo. Bisogna attrarre investimenti per incentivare l’occupazione giovanile; bisogna abbattere gli ecomostri e ricostruire n modo sostenibile, puntare sulla scuola per fare in modo che ritorni la voglia di ricostruire.
E’ importante puntare sul Terzo settore e come Movimento 5 stelle abbiamo lanciato una proposta di riqualificazione del patrimonio artistico del comune fatto di chiese storiche e del castello medievale”.
Il ruolo del terzo settore è stato sottolineato da Massimo Milani (FdI), segretario della Commissione Ambiente a Montecitorio: “Le periferie vivono una situazione di abbandono da molti anni.
Con il decreto Caivano si è accesa finalmente l’attenzione non solo su quello specifico comune ma più in generale sul tema della sicurezza delle nostre periferie. Ci sono una serie di interventi previsti nel Pnrr per investimenti specifici, con nuovi capitoli di spesa, che puntano alla valorizzazione e riqualificazione delle aree periferiche.
C’è una forte attenzione del governo per recuperare anche altre risorse per fare fronte anche alle altre emergenze. L’esempio Caivano va portato anche in altri contesti come modello virtuoso ma servono più fondi.
Gli enti del Terzo settore hanno estrema importanza per questo lavoro di riqualificazione, dal mondo dello sport, alla cultura e a quello dell’associazionismo religioso. Abbiamo grande attenzione per il tema della sussidiarietà e per queste esperienze perché sono quelle che meglio di tutte incidono sul territorio.
Esistono, ad esempio, finanziamenti specifici e piani d’intervento per portare l’aggregazione sportiva nelle periferie come principale elemento di contrasto al degrado”.
I ritardi della politica su questi temi sono stati evidenziati da Devis Dori (parlamentare di AVS in Commissione Giustizia alla Camera): “Le nuove generazioni vivono una situazione di grande disagio.
Le scuole testimoniano queste dinamiche, mentre la politica se ne accorge sempre troppo tardi quando queste situazioni, come ad esempio Caivano, si sono già trasformate in fenomeni criminali.
Lo Stato non può abbandonare le scuole sempre più sole e in prima linea su questo fronte. Anche l’urbanizzazione e il modo di gestire le città deve aiutare a combattere questi fenomeni. Partendo da cose semplici come la pulizia e il decoro urbano dei luoghi pubblici. Fin dall’inizio della legislatura questo governo opera o con misure spot o con mere azioni repressive.
Noi riteniamo che si debba agire in via preventiva. Abbiamo portato avanti il tema della prevenzione del contrasto al bullismo e cyberbullismo, spesso anticamera della criminalità delle baby gang.
Abbiamo riformato con la legge 70/2024, entrata in vigore il 14 giugno, le misure amministrative per i minorenni per intercettare il disagio con progetti educativi e di recupero in collaborazione con scuole e servizi sociali. Agire a livello educativo è la priorità con il coinvolgimento del territorio e delle famiglie che, purtroppo, sempre più spesso risultano assenti”.
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Sabatino Broccolini, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Teramo: “Fatti di cronaca come quello di Caivano hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione di degrado spesso estremo nel quale vivono i residenti delle periferie delle grandi città.
Bisogna rendere le periferie più sicure, verdi e sostenibili, ma soprattutto occorre lavorare per garantire che i benefici delle future e auspicabili riqualificazioni siano accessibili e inclusivi per tutti.
Un ruolo fondamentale nella riqualificazione urbanistica e sociale delle aree periferiche può essere giocato dalle giovani generazioni, nei confronti delle quali bisogna attuare politiche accurate per ‘trattenerle’ in Italia senza ascoltare le tante sirene provenienti dall’estero.
Insieme al terzo settore, che attraverso la sua rete territoriale è in grado di giocare un ruolo altrettanto fondamentale per rendere incisive le misure nei tessuti sociali di riferimento”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “Per fortuna in Italia non è all’ordine del giorno il processo di gentrificazione come negli Stati Uniti, dove le periferie degradate e dequalificate sono oggetto di interventi edilizi di riqualificazione che tendono a sostituire chi abita e chi commercia in quei luoghi con centri commerciali, di affari e palazzi di uffici.
Finalmente torna all’ordine del giorno la sicurezza, tema fondamentale per i cittadini ma spesso trascurato dalla politica, che non significa stato di polizia o violenza da parte di chi esercita funzione di controllo, bensì attività di vigilanza e presenza sul territorio che negli ultimi anni è rimasto abbandonato.
Gli ETS svolgono una funzione fondamentale contro il degrado urbano ma quello che risolverà il problema delle periferie è solamente il lavoro. Se non c’è è inevitabile lo scivolamento nelle zone grigie. Lavoro vero, non precario o sottopagato “.