Mondadori
Roma, 7 lug. (askanews) – Il 7 agosto 1974, alle 7.05 del mattino, Philippe Petit con l’aiuto di alcuni amici tende un cavo d’acciaio spesso tre centimetri tra le Torri Gemelle di New York. Sospeso a 417,5 metri dal suolo, senza alcun sistema di sicurezza, nei successivi quarantacinque minuti compie la traversata tra le due torri avanti e indietro per otto volte. Sotto di lui, la città si sveglia, alza la testa e spalanca gli occhi… E non solo per quei quarantacinque minuti: continuerà a farlo per tutti gli anni a venire, e lo stesso succederà a molte persone che quel giorno non erano nemmeno nate, perché l’immagine di quell’uomo appeso al cielo è la dimostrazione eterna che l’orizzonte dei sogni non deve avere limiti.
Ma perché Philippe è salito lassù si chiede Mauro Garofalo in “Il mago dell’aria” (Mondadori)? Quali pensieri, quali sogni incendiavano la sua mente e il suo cuore mentre progettava l’impresa? Dall’infanzia passata a correre nelle campagne francesi alla giovinezza vagabonda tra le città di mezzo mondo con i loro alti palazzi, dalla passione per i giochi di prestigio all’innamoramento per il funambolismo nonostante i suoi estenuanti allenamenti, Il mago dell’aria è la biografia immaginaria di uno spirito liberissimo, un racconto fantastico che è insieme storia di formazione, romanzo di avventura e viaggio di un eroe moderno e incantato.
Mauro Garofalo, nato a Roma nel 1974, è scrittore e giornalista. Vive a Milano dove insegna Scrittura alla Scuola Mohole e il modulo di Storytelling alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, collabora sui temi dell’ambiente con “Il Sole 24 Ore – Nòva” e “La Stampa” Viaggi e TuttoScienze.