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Efsa: influenza aviaria, casi in calo in Ue in pollame e uccelli

AttualitàEfsa: influenza aviaria, casi in calo in Ue in pollame e uccelli

Registrato il numero più basso di casi dal 2019/2020

Roma, 4 lug. (askanews) – L’Europa ha registrato il numero più basso di casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) nel pollame e negli uccelli selvatici dal 2019/2020 e il rischio per la popolazione rimane basso. Questi sono i principali risultati dell’ultimo rapporto sull’influenza aviaria redatto dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dal laboratorio di riferimento dell’UE (Eurl), sulla base dei dati comunicati tra aprile e ottobre.

Il miglioramento della situazione in Europa può essere legato a diversi fattori, spiega l’Efsa nel rapporto, e necessita di ulteriori indagini. Questi fattori possono includere una immunità sviluppata dagli uccelli selvatici a seguito di una precedente infezione; la riduzione di alcune popolazioni di uccelli selvatici; la diminuzione della contaminazione ambientale e i cambiamenti nella composizione dei genotipi virali.

Gli esperti hanno notato la circolazione continua del virus negli uccelli selvatici in Europa durante tutto l’anno, anche se in numeri bassi e hanno raccomandato di rafforzare la sorveglianza in vista della prossima stagione influenzale.

Per quanto riguarda la diffusione dell’aviaria fuori dall’Europa, per la prima volta in molti anni, l’Australia ha segnalato casi di Hpai. E i diversi sottotipi circolanti in Australia non sono attualmente segnalati nel resto del mondo. Gli esperti hanno notato l’inaspettata diversità delle specie di mammiferi colpite dall’Hpai nonché i diversi genotipi virali che circolano tra il pollame, gli uccelli selvatici e i mammiferi del Nord America.

La trasmissione diretta da bovino a bovino non è stata ancora confermata, mentre il latte crudo delle mucche è stato osservato come una nuova, inaspettata via di trasmissione. Le prove attuali indicano che la pastorizzazione industriale svolge un ruolo significativo nell’inattivazione del virus HPAI nel latte crudo delle mucche.

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