Rinnovato l’impegno con i pazienti per ricevere le migliori cure
Roma, 8 mar. (askanews) – L’avvicinarsi delle elezioni europee porta ad una profonda riflessione su un tema di primaria importanza come la salute dei cittadini. Partendo da questa riflessione Eli Lilly, azienda farmaceutica che in quasi 150 anni di attività ha aiutato oltre 51 milioni di persone in tutto il mondo, ha promosso con il patrocinio del Parlamento e della Commissione Europea, la Regione Lazio, Farmindustria e SIF (Società Italiana di Farmacologia) un dibattito tra istituzioni italiane ed europee, società scientifiche e associazioni pazienti che si è tenuto presso Spazio Europa a Roma, sede della rappresentanza italiana del Parlamento e della Commissione Europea. Accesso rapido ai farmaci innovativi, difesa della proprietà intellettuale, piani integrati per il contrasto delle malattie croniche non trasmissibili e regole chiare in materia di legislazione farmaceutica tra i punti emersi dal dibattito. “Quello di oggi è un incontro importante perché si discute anche di direttive europee che riguardano una nuova regolazione del mercato del farmaco e il farmaco è una risorsa importante nell’assistenza sanitaria”. Lo ha dichiarato Ignazio Zullo, senatore della Commissione Affari Sociali e Sanità. “Tuttavia, il farmaco deve essere coordinato con le altre azioni di assistenza – ha proseguito Zullo- e questo coordinamento deve partire prima dalla prevenzione e poi dalla cura in una visione totalmente diversa da quella che abbiamo oggi. Il farmaco non deve essere considerato – ha spiegato Zullo – solo una spesa, ma una risorsa da valutare in un rapporto costo efficacia e costo beneficio perché se un farmaco ad alto costo viene introdotto nell’assistenza e incide su una riduzione dei costi sanitari attraverso la deospedalizzazione o minori cure o anche dando valore salute e incide anche sui minori costi sociali, parlo dell’invalidità, io devo poter introdurre questo farmaco sebbene di alto costo perché ho un ritorno. Invece, oggi non siamo preparati a fare questo e spero che ci sia una crescita culturale in questo senso”.Fondamentale il ruolo chiave della politica nella tutela della salute: “L’industria farmaceutica italiana è un’industria d’eccellenza, che fa numeri importanti sia in termini di fatturato, ma è interessante anche rispetto ad altri indici che sono per esempio il numero di laureati rispetto all’industria normale che è tre volte tanto; la percentuale di donne impiegate nell’industria nel campo della ricerca e dello sviluppo” – lo ha spiegato Ugo Cappellacci, Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. “È un’industria che, peraltro, si occupa della salute umana. Infatti, l’abbiamo sperimentato in epoca di COVID cosa ha significato avere un’industria capace di innovare, capace di investire in ricerca, capace di giocare le sfide che la salute pone. La politica deve creare un contesto ambientale – ha continuato Cappellacci – adatto a rafforzare queste posizioni e possibilmente migliorarle e per far questo bisogna incentivare tutto ciò che riguarda l’investimento in innovazione e ricerca, bisogna creare condizioni di tutela dei brevetti in termini anche di tempistica che siano adatti ad incentivare e salvaguardare gli investimenti perché senza queste condizioni non ci sarebbero quei farmaci, che spesso hanno fatto la differenza tra la vita e la morte, quindi, non ci sarebbe – ha concluso- in estrema sintesi quell’offerta di salute per i cittadini e per le comunità”. Non da meno la necessità di semplificare la normativa relativa alla strategia farmaceutica, che sia sempre più accessibile e al passo con il progresso scientifico: “Stiamo lavorando su questa linea, abbiamo varie volte proposto degli emendamenti in questa direzione per un accesso precoce ai farmaci per alcuni tipi di patologie”. A dirlo Annarita Patriarca, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Alzheimer e Neuroscienze della Camera dei Deputati. “È fondamentale se la scienza va avanti che la politica non resti indietro. Ci sono dei sistemi in Europa, penso per esempio alla Francia, dove l’accesso ai farmaci è molto più efficace rispetto al sistema italiano – ha spiegato l’onorevole – quindi potremmo prendere spunto dal sistema francese e permettere, sopratutto per quelle patologie per le quali non c’è alternativa terapeutica e quelle per le quali c’è un’innovazione in atto che apre un fronte di speranza, adeguare il sistema italiano e la legislazione italiana al fine di dare delle risposte ai pazienti e consentire loro di trovare, finalmente, la luce fuori dal tunnel che per alcune patologie ad oggi non c’è”. La nuova partnership con l’Europa rinnova l’impegno di Eli Lilly con i pazienti per garantire loro l’accesso alle migliori cure nel più breve tempo possibile attraverso la promozione di un servizio sanitario più efficace e sostenibile.