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Nomi femminili, la Lega fa dietrofront sul ddl Potenti: “Iniziativa del tutto personale”

PoliticaNomi femminili, la Lega fa dietrofront sul ddl Potenti: “Iniziativa del tutto personale”

ROMA – Dopo l’annuncio il dietrofront. È stato il Carroccio stesso a comunicare il ritiro del ddl a firma del leghista Manfredi Potenti, che voleva vietare negli atti pubblici “il genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali”. In sintesi, il provvedimento mirava a punire con multe fino a 5mila euro tutti coloro che usassero in ambito istituzionale neologismi quali ‘sindaca’, ‘ministra’ o ‘rettrice’. Una linea non condivisa dalla stessa Lega, che ne ha preso le distanze, e che ha fatto cadere sul partito di Salvini accuse di misoginia e patriarcato.

LEGA: DDL POTENTI SU NOMI FEMMINILI PERSONALE E NON CONDIVISO, RITIRI

La Lega precisa che “la proposta di legge del senatore Manfredi Potenti è un’iniziativa del tutto personale. I vertici del partito, a partire dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non condividono quanto riportato nel Ddl Potenti il cui testo non rispecchia in alcun modo la linea della Lega che ne ha già chiesto il ritiro immediato”. Così fonti della Lega.

M5S: DIVIETO È RACCAPRICCIANTE, LEGA SMETTA DISUMANIZZARE PERSONE

“Forse anche all’interno della Lega il ddl sui nomi femminili ha lasciato basiti tanto che pare da fonti stampa ne stiano chiedendo il ritiro immediato. Resta sempre lo sconcerto su come sia possibile anche solo concepire simili iniziative, che cancellano anni e anni di lotta per la parità di genere. A questo conducono le posizioni antistoriche, anacronistiche, ideologiche e discriminatorie che la Lega di Salvini ha ormai da anni deciso di abbracciare per solleticare le parti più istintive del Paese, senza curarsi delle possibili conseguenze. Un loro senatore si è sentito autorizzato a vietare per legge l’uso del femminile, e il partito è dovuto intervenire per disconoscerlo. Ma raccolgono solo quello che hanno seminato. La Lega cessi le sue crociate contro i diritti delle donne, delle persone LGBT, dei migranti. La smetta di disumanizzare le persone e provi a fare politica, anziché ideologica propaganda. Magari recupera pure qualche voto”. Lo scrivono in una nota le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino.

VALENTE (PD): RITIRO DDL NOMI FEMMINILI GRAZIE A OPPOSIZIONI, MA FATTO GRAVE

“La Lega ha costretto il senatore del Carroccio Manfredi Potenti a ritirare il disegno di legge ‘Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere’ grazie alle proteste di tutte le opposizioni. Ne siamo ovviamente contenti, ma a tutte e tutti dico: non sottovalutiamo il problema. E’ stato un fatto grave, non un’iniziativa ridicola o antistorica. Pensare che la declinazione femminile di nomi istituzionali o professionali corrompa la lingua italiana e per questo prevedere anche multe salate, rivela un pensiero ben preciso: e cioè che le donne nella vita pubblica siano un orpello da cancellare e che il sistema, maschile e maschilista, sia il punto di riferimento per tutti, il neutro della soggettività maschile che tutto ingloba. Questa destra crede nel modello patriarcale di società e lo dimostra di continuo: sull’aborto, sull’occupazione femminile, sulla famiglia. Non abbassiamo la guardia, perché è dal linguaggio che parte il cambiamento”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente.

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