Il rapporto in occasione della Giornata internazionale della donna
Milano, 8 mar. (askanews) – Oltre 230 milioni di bambine e donne in vita oggi hanno subito mutilazioni genitali femminili (FGM). Lo spiega un rapporto lanciato dall’Unicef in occasione della giornata internazionale della donna. “Si tratta infatti di una brutta notizia – ha spiegato Claudia Cappa, autrice principale del rapporto – Si tratta di un numero enorme, un numero che è più grande che mai. Ma allo stesso tempo, la pubblicazione mostra anche che sono stati compiuti progressi. In alcuni paesi, ad esempio, la pratica è meno comune di quanto lo era 30 anni fa”.Le stime globali aggiornate mostrano un incremento del 15% del numero totale di sopravvissute alla pratica – ovvero 30 milioni in più di ragazze e donne – rispetto ai dati rilasciati otto anni fa.La mutilazione è una pratica che viola i diritti umani di ragazze e donne e può lasciare conseguenze fisiche, psicologiche e sociali. “Alle donne viene costantemente ricordato l’impatto duraturo delle FGM. Ma a volte il dolore è inferiore alla vergogna, è inferiore alle conseguenze a cui dovranno assistere, loro stesse e le loro figlie, se non si conformano alle aspettative. Queste non sono madri crudeli. Stanno cercando di fare ciò che pensano ci si aspetti da loro e dalle loro figlie. E in qualche modo, nella loro mente, stanno cercando di fare ciò che è meglio per le ragazze”.Il rapporto mostra che i dati più elevati si riscontrano nei paesi africani, con 144 milioni di casi, seguiti da 80 milioni in Asia e 6 milioni in Medio Oriente, con un numero maggiore di casi stimati nelle piccole comunità praticanti e nei Paesi di migrazione in altre parti del mondo.”È molto importante promuovere l’impegno e la consapevolezza della comunità riguardo alle mutilazioni. E assicurarsi che le preferenze e le opinioni individuali siano discusse apertamente”, ha concluso Cappa.