La conferenza stampa dopo la chiusura dello Slam: “Vittoria piena di ostacoli e tanto ancora da fare”
Roma, 9 set. (askanews) – Cinque anni passati velocemente. Da entrare nei primi cento del mondo ad aver vinto due Slam nello stesso anno. E’ il mondo di Jannik Sinner passato attraverso la vittoria della Coppa Davis ed un caso doping che è stato gestito in modo tale da essersi sgonfiato prima ancora di fare notizia. “È passato tutto molto velocemente – afferma l’altoatesino nella conferenza stampa di chiusura degli Us Open – Ricordo la partita con Wawrinka sull’Armstrong. Contro Kohlschreiber a Vienna sono entrato in spogliatoio e mi sono detto ‘Sei per la prima volta nei primi 100′. Ho passato tante cose in modo veloce, in qualcosa ci ho messo di più, ma è giusto che sia così. Questo mi dà la fiducia che posso migliorare. Mi fa capire quanto è importante la mentalità e la testa”. Due slam nello stesso anno: “Vincere due Slam in un anno è abbastanza sorprendente, soprattutto lo US Open, dove non avevo aspettative. In Australia sapevo che potevo giocare un buon tennis, ma era diverso. E’ stato un sollievo. perché nella mia testa sapevo che stavo lavorando per quello e non sai mai se vincerai un Grand Slam o no. Ma quando ne vinci uno sai di essere in grado di farlo. Qui è stato difficile perché le condizioni prima del torneo non sono state facili. Sento di essere cresciuto match dopo match e il mio livello di fiducia si è alzato sempre di più. Nella prima partita ho avuto tanti dubbi, tante cose nella testa. Dopo O’Connell mi sono sentito meglio in campo, sono riuscito ad alzare il livello. Con Paul ho trovato ritmo dopo essermi trovato sotto. Dopo la vittoria con Medvedev avevo buone sensazioni. La semifinale e la finale sono state diverse secondo me. Ti senti in modo diverso, c’è più attenzione e ci metti più energia. Non è facile prendere solo un momento”. E’ arrivato a New York dopo settimane dure chi ha permesso di superare questi momenti: “Quello che mi ha permesso di farlo sono state le persone che sono con me tutti i giorni, le persone che mi conoscono da quando sono molto giovane e anche la mia famiglia, il mio team e tutti coloro che mi supportano quotidianamente. Cerco sempre di restare insieme a loro, soprattutto nei momenti difficili, perché so che mi possono aiutare in quelle circostanze. Era ed è ancora tutto nella mia mente, non è che sia sparito. Ma quando scendo in campo cerco di concentrarmi sul gioco, cerco di gestire la situazione nel miglior modo possibile, comunico con la squadra. Alla fine della giornata cerchiamo sempre di migliorarmi come giocatore. È quello per cui ci alleniamo. Non è stato facile, ma ho cercato di rimanere concentrato e immagino di aver fatto un ottimo lavoro rimanendo mentalmente lì, su ogni punto. Ho gestito bene le tre settimane, il titolo a Cincinnati mi aiutato a prendere confidenza. La stagione finora sta andando molto bene, ma non è ancora finita. Devo migliorare certe cose e ci devo lavorare”. Sinner e Alcaraz si sono divisi gli slam quest’anno, situazione destinata a proseguire nel tempo: “È bello vedere che ci sono nuovi campioni e nuove rivalità. Ci sono giocatori e ci saranno sempre giocatori che mi faranno migliorare come tennista, perché ci saranno momenti in cui mi batteranno. A quel punto dovrai trovare il modo di vincere contro questi giocatori. Oggi abbiamo visto che non è tutto perfetto. Avrei potuto servire un po’ meglio, ma questo mi fa capire che il lavoro non si ferma mai. È un lavoro continuo. Se vuoi essere un tennista migliore devi sempre lavorare e devi avere la tua routine giornaliera. Penso che sia bello per lo sport avere nuovi campioni”. Si torna a parlare della gestione del momento: “Durante il torneo? È difficile spiegare tutto, perché io e il mio team e le persone che mi sono vicine sapevamo quello che io avevo passato negli ultimi mesi. Non è stata solo una settimana prima del torneo, si parla di mesi. In questo momento, come dicevo prima, sto provando a chiudermi con le persone, cercare di capire cosa mi sta succedendo e poi provare ad accettarlo. Ovviamente è stato difficile godermi certi momenti. Il modo in cui mi sono comportato o in cui ho camminato in campo in certi tornei prima di questo, non è stato il solito quindi chiunque mi conoscesse sapeva che qualcosa non andava bene. Durante questo torneo ho ricominciato a sentirmi un po’ meglio, non importava il risultato. Quindi questo torneo mi ha aiutato. Adesso è bello avere un po’ di tempo per poi ripartire in Cina”. Ha dedicato il titolo alla zia: “Mia zia è una persona molto importante, perché quando i miei genitori lavoravano tutto il giorno e magari dovevo andare a qualche gara di sci, ci andavo con lei. Mi ha sempre aiutato in estate, quando i miei lavoravano e io avevo qualche giorno libero. Quando sei giovane non ti alleni tutti i giorni, quindi stavo molto con lei ed è una persona molto importante nella mia vita. Soprattutto quando ho vissuto periodi difficili, ho provato a vederla da una diversa prospettiva. Le cose purtroppo capitano, ma la vita reale è qualcosa di diverso. Noi viaggiamo molto, quindi è molto difficile passare del tempo con le persone che ami davvero, ma se avessi più tempo, sicuramente lo passerei con le persone davvero care. È ancora un momento difficile, ma lo devo accettare. Non è tutto perfetto”.
E’ il momento di dirsi bravo? “È stata una bella corsa. Sicuramente vincere il primo titolo del Grand Slam dell’anno ti dà fiducia e ti dà buone sensazioni. Dall’altra parte devi sempre continuare a lavorare, non finisce mai. Prima di ora non ho mai avuto del tempo libero per dirmi che ho fatto un buon lavoro. Devo dire un grande grazie al mio team, perché cerchiamo di provare sempre lavori nuovi, cose diverse dal punto di vista tattico, di capire come puoi giocare meglio contro certi avversari, come si può lavorare su certi colpi. Ho passato tanto tempo in palestra, perché so che fisicamente ho ancora molto da migliorare. Questi sono tutti sacrifici che fai per il futuro. Quindi dobbiamo continuare a lavorare. Nella mia testa so di non essere perfetto e non lo sarò mai, ma cerchiamo sempre di migliorare il mio gioco. In modo che dopo, al termine della mia carriera, potrò dire di aver fatto tutto il possibile per essere al 100%”. Le reazioni del mondo del tennis non lo hanno stupito: “Non lo so, devi chiederlo agli altri giocatori. Quello che posso dire è che la reazione dei giocatori in generale è stata positiva, anche quando tutto è emerso. Poi ci sono state alcune opinioni differenti, ma ci sta. Questo non avviene solo nel tennis, succede anche in altri sport e in altri lavori. Non ci si può far nulla. È per questo che devi avere persone vicine a te, le persone che sanno davvero cosa succede e cosa stava succedendo al mio team. Perché non è una cosa che riguarda solo me. Posso parlare solo per me e sono molto contento di questo traguardo”. Infine la notizia che ci saranno nuovi ingressi nel team: “Sì, lo avevo già in mente. Secondo me non aveva tanto senso giocare la Coppa Davis, perché non sarei al 100% e rischierei anche di perdere. Abbiamo un’ottima squadra, lo sanno tutti e io cercherò di essere lì domenica. Poi dipende come andranno le cose, se saranno già qualificati vedo cosa fare. Se invece è importante la sfida contro l’Olanda, mi farebbe piacere essere lì. Nel team avremo ancora entrate, ma non ne voglio parlare ora. Lo sapremo tra qualche giorno”.