A Palazzo Reale retrospettiva con il Museum Munch di Oslo
Milano, 18 set. (askanews) – Un catalogo dell’umanità e delle sue emozioni, ma anche il racconto di una pittura profonda e di un artista che ha influenzato l’immaginario collettivo, ma che a volte rischia di essere ricordato solo per quel famosissimo dipinto. Nella mostra che Palazzo Reale a Milano dedica a Edvard Munch “L’urlo” è presente “soltanto” in una litografia originale, ma quello che è affascinante è guardare a tutto ciò che c’è intorno e oltre quell’immagine diventata icona globale e globalizzata. “L’artista – ha detto ad askanews la curatrice Patricia Berman – ha vissuto una vita molto lunga e molto produttiva. Quindi non c’è solo L’urlo, Munch è stato un grande sperimentatore sia nella pittura sia nella stampa”.La mostra “Munch – Il grido interiore” è molto vasta e nasce dalla collaborazione con il Munch Museum di Oslo. La sensazione, attraversando le sale, è quella di scivolare in un mondo che sta tra diverse dimensioni del reale, oltre che dentro le visioni di un artista capace di rendere in pittura le suggestioni dei grandi romanzi psicologici. “La mostra – ha aggiunto la curatrice – racconta come la memoria sia stata un elemento molto importante della sua arte: raramente ha dipinto quello che vedeva guardando il mondo fuori, in realtà si è sempre mosso tra la memoria e l’invenzione. Per questo quello che vediamo è un artista sperimentale che ha cambiato il proprio lavoro nel corso del tempo”.La parola “interiore” è ovviamente cruciale, ma è affascinante notare che le opere di Munch sono anche un catalogo di “interiors”, ossia di interni, di ambienti che ospitano i suoi personaggi e che sono altrettanto decisivi delle figure umane. E poi, guardando molte opere, come per esempio il meraviglioso “Le ragazze sul ponte”, ma anche lo steso Urlo, viene da chiedersi che cosa stiano guardando i soggetti al di fuori della cornice, che cosa vedono al di là? “Ho sempre pensato – ci ha risposto Patricia Berman – che i personaggi dei dipinti guardassero dentro loro stessi, non so se stiano guardando qualcosa al di fuori dei loro sentimenti, che sono poi andati in giro per il mondo”.La mostra, prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, è aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2025.