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Cosa c’è da sapere sulle importanti elezioni di domenica in Portogallo

Primo PianoCosa c'è da sapere sulle importanti elezioni di domenica in Portogallo

L’ultradestra di Chega è ormai la terza forza

Roma, 9 mar. (askanews) – Oltre dieci milioni di portoghesi si recheranno alle urne domenica per un voto anticipato il cui esito, stando ai sondaggi, sarà il ritorno dei conservatori al governo – ma, o almeno questa sembra l’intenzione dei principali partiti, senza la presenza dell’ultradestra.

Le urne si apriranno alle 8 ora locale e chiuderanno alle 19 (le 20 in Italia); in gioco sono 230 seggi, con la maggioranza assoluta – che nessuno sembra in grado di raggiungere – a 116.

LA SINISTRA Il Partito socialista, che nel 2022 ottenne il 41% delle preferenze, paga infatti gli scandali che hanno colpito il governo del premier Antonio Costa e paga soprattutto le dimissioni dello stesso Costa, figura carismatica che pur non essendo coinvolto personalmente – se non per un caso di omonimia che la Procura di Lisbona non si è certo affrettata a correggere – ha preferito lasciare la politica attiva, almeno per il momento.

Il suo successore, Nuno Gomes, è considerato l’artefice della “gueringonça”, la coalizione delle sinistre che permise a Costa di formare il suo primo esecutivo di coalizione con il Bloco de Esquerda e i comunisti; il Ps tuttavia è accreditato di un 28% delle preferenze, ben lontano dalla maggioranza e anzi dietro alla coalizione conservatrice di Alianza Democratica: di fatto, i socialisti si sono offerti, in caso di sconfitta, di non ostacolare la formazione di un esecutivo di minoranza che non preveda la presenza dell’ultradestra di Chega.

Le altre formazioni della sinistra – vittime nel 2022 all’appello al “voto utile” lanciato con successo da Costa – rimangono attorno all’8%, troppo poco per una rivisitazione della “gueringonça”.

I CONSERVATORI Il Partito Socialdemocratico (Psd, conservatore malgrado la denominazione) è il favorito: si presenta in coalizione con altre formazioni minori nella Alianza Democratica, accreditata del 35% delle preferenze ma che potrebbe contare anche sull’appoggio dei centristi di Iniciativa Liberal, guidati da Rui Rocha e che raccoglierebbero oltre il 6% dei voti.

Proprio Iniciativa rappresenta di fatto la chiave della governabilità, tanto che il leader del Psd, Luis Montenegro, potrebbe cedere il posto di premier a Rui Rocha in caso di vittoria. Il tutto per escludere dai piani alti il principale rivale e ormai terza forza del Paese: Chega.

L’ULTRADESTRA Il partito di André Ventura, stando ai sondaggi, continuerebbe nella sua ascesa e raccoglierebbe il 20% delle preferenze; Ventura si è detto disposto ad un patto di governo con Alianza Democratica.

Uno scenario che per il momento tuttavia è stato escluso dagli stessi conservatori – ma occorre notare che Montenegro non ha voluto precisare che cosa accadrebbe se l’appoggio di Iniciativa si rivelasse insufficiente per superare i socialisti.

I SONDAGGI E L’ASTENSIONE Infine, va notato che il valore delle rilevazioni è assai relativo: nel 2022 nessuno aveva previsto la maggioranza assoluta di Costa e appena tre mesi fa nelle elezioni locali alle Azzorre il Ps, accreditato di un vantaggio di tre punti, ha finto col perdere di sei.

Un’incertezza demoscopica alla quale si aggiunge l’incognita dell’affluenza, che nel 2022 è stata di poco superiore al 52%: quello degli astenuti è stato di fatto di gran lunga il primo partito. Al di là del fatto che nessuno appare in grado di assicurarsi la maggioranza di 116 seggi per governare in solitario, gli effettivi equilibri – e le successive alleanze – saranno chiare solo a scrutinio ultimato.

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