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L’intelligenza artificiale, una sfida per commercialisti e imprese

Video NewsL'intelligenza artificiale, una sfida per commercialisti e imprese

Esempi concreti di applicazione al convegno promosso da ACBGroup

Piacenza, 7 ott. (askanews) – Le società che sviluppano modelli avanzati di intelligenza artificiale stanno rapidamente superando i giganti globali. Acquisiscono informazioni, analizzano grandi quantità di dati, operano negli istituti dei commercialisti, nelle banche, nelle scuole. Sebbene il tema sia ampiamente discusso, pochi considerano i potenziali svantaggi legati alla sua diffusione. Da qui l’idea di chiamare a raccolta docenti universitari, imprenditori, professionisti ed esperti del settore per una giornata di studio a Piacenza su “Intelligenza artificiale applicata ai servizi legali e fiscali e ai modelli produttivi”. “ACB è un network di studi professionali che da sempre è all’avanguardia nell’affrontare nuove sfide professionali – dice Federico Buschi dello Studio Professionale Guidotti & Associati, ACBGroup Member -. Come Studio Guidotti, il partner territoriale, abbiamo deciso di organizzare un convegno a tema Intelligenza artificiale, tema d’attualità che nasconde diverse sfide professionali”.L’Europa ha approvato il primo regolamento al mondo che entrerà in vigore nel 2026, l’Italia si sta dotando di un’iniziativa parlamentare legislativa dedicata all’intelligenza artificiale. “Si tratta di bilanciare il progresso tecnologico con la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini – spiega Giuseppe Corasaniti, presidente del Comitato culturale ACBGroup -, anche al fine di evitare discriminazioni, manipolazione di informazioni, sopratutto nei settori di estremo interesse dalla sanità alla giustizia – si è parlato anche della giustizia tributaria predittiva e della necessità che sia un giudice in carne e ossa a decidere – ma anche nell’ambito delle attività professionali e dei lavori intellettuali. Emerge, a livello europeo, la necessità di valutare i rischi che la tecnologia dell’intelligenza artificiale sta sollevando, ovviamente evitando i rischi inaccettabili, considerando i rischi alti, limitati o minimi”. Gli algoritmi possono prendere degli abbagli e creare delle allucinazioni. Da qui l’avvertimento di Corasaniti: “E’ l’essere umano a decidere. L’intelligenza artificiale, grazie a questi modelli, deve fornire uno strumento, un mezzo per migliorare l’efficienza, garantire benessere, ma sopratutto prevenire rischi e danni che questa tecnologia può provocare”. Al convegno di ACBGroup anche un dibattito con imprese e professionisti che si stanno confrontando con l’intelligenza artificiale generativa e le nuove sfide nel mondo del lavoro. “Alcuni lavori ripetitivi, routinari e amministrativi saranno certamente sostituiti dall’impiego di questi algoritmi. Bisognerà valorizzare le competenze, la formazione, la specializzazione, la creatività e l’originalità. Nell’ambito delle professioni intellettuali si sopravvive e si resiste all’innovazione tecnologica grazie alla creatività”.Il progresso tecnologico non può essere arrestato, ma occorre prevenire i rischi con un regolamento chiaro che bilanci opportunità e contenga i rischi.

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