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Confagri Belluno: vendemmia con buone rese e buona qualità

AttualitàConfagri Belluno: vendemmia con buone rese e buona qualità

Bianchi tutti vendemmiati, alcuni rossi ancora da raccogliere

Roma, 10 ott. (askanews) – Una vendemmia con buone rese e buona qualità, anche se è ancora presto per tracciare un bilancio definitivo: i bianchi sono stati tutti vendemmiati, mentre all’appello mancano alcuni rossi del Feltrino, che hanno bisogno di tempi più lunghi per la maturazione. E’ il primo bilancio di Confagricoltura Belluno della vendemmia bellunese per il 2024, una vendemmia che si profila decisamente migliore rispetto all’anno scorso, quando si segnarono perdite di produzione dal 30% al 50% in conseguenza di grandinate importanti.

“In Valbelluna il grosso è stato raccolto – sottolinea Enzo Guarnieri, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Belluno – e, in generale, mi sembra di cogliere una certa soddisfazione da parte di tutti. L’annata era iniziata con grandi difficoltà, perché le incessanti piogge da marzo a giugno avevano creato parecchi problemi nel periodo della fioritura e dell’allegagione”.

La seconda parte della stagione. per fortuna, è stata più favorevole, con un periodo di secco che ha forse rallentato un pochino lo sviluppo, ma tra fine luglio e i primi di agosto tutto ha cominciato a procedere in maniera ottimale. E quindi si è arrivati a un buon risultato. Grandinate pesanti non ce ne sono state e anche la peronospora, tutto sommato, è stata tenuta sotto controllo.

Commento positivo anche da Marco De Bacco, viticoltore di Confagricoltura e presidente del Consorzio Coste del Feltrino: “Quest’anno siamo partiti più preparati, ponendo particolare attenzione in campagna alla luce di quello che era successo l’anno scorso, con le perdite pesanti causate anche dalla peronospora. Chi ha lavorato bene, con i trattamenti giusti, ha avuto un buon raccolto e una qualità molto alta, come nel 2022. Chi, invece, ha esitato a intervenire quando era il momento, ha perso quasi tutta l’uva a causa delle malattie fungine”.

Come sempre sono andate meglio le zone della viticoltura storica, sulle rive del monte Aurin, grazie al clima più favorevole e alle varietà autoctone Bianchetta, Pavana, Gata e Turca, che sono molto più resistenti delle varietà internazionali. Soddisfazione stanno dando anche le varietà resistenti come il Solaris e il Souvigner Gris, che consentono di produrre dei vini bianchi interessanti, “mentre sulle varietà a bacca rossa c’è ancora parecchio da lavorare, sia in termini di risultati enologici che di resistenza”, ha concluso.

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