Il capo di Stato maggiore della Difesa: missione legata a “risoluzione accettata da Libano e Israele”
Roma, 13 ott. (askanews) – “La reazione” alla richiesta del premier israeliano Benjamin Netanyahu per il ritiro della forza Unifil e dei militari italiani dal Libano è “di sorpresa”, perché “la missione 1701 è legata a una risoluzione accetata da Libano e Israele e la presenza dei caschi blu è voluta da entrambi i paesi”, ha dichiarato a “In mezz’ora” il generale Luciano Portolano capo di Stato maggiore della Difesa.
“Si rimane fino a disposizioni contrarie da parte dell’organismo che gestisce l’organizzazione, sotto il capitolo sesto della Carta Onu, nessuna decisione unilaterale può essere presa. Quindi su disposizione del presidente del Consiglio e del ministro della Difesa i militari italiani rimarranno nelle posizione che occupano” in Libano, ha sottolineato il generale Luciano Portolano, capo di Stato maggiore, spiegando che “la richiesta di un eventuale ritiro o allontanamento da postazioni di osservazioni lungo la Linea blu è una richiesta che lascia perplessi e lascia discutere e che potrà essere implementata se ci dovesse essere una disposizione da parte delle Nazioni unite in Consiglio di sicurezza”.
“La reazione dei nostri soldati in Libano, che sento giornalmente è una reazione estremamente professionale, sono a conoscenza dei rischi e delle regole di ingaggio da implemetare in caso di rischio per la vita di uno di loro. Vivono – ha concluso il generale – con una certa frustrazione perché le attività per cui sono inviati in Libano sono limitate per la presenza degli israeliani in un’area che è sotto responsabilità Onu”.