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Scuola, venerdì in piazza i precari scavalcati dal Pnrr

PoliticaScuola, venerdì in piazza i precari scavalcati dal Pnrr

Prosegue la protesta degli insegnanti idonei del concorso 2020 (rinviato al 2022 per la pandemia), scavalcati per le immissioni in ruolo dai vincitori dei concorsi Pnrr. Venerdì prossimo, 18 ottobre, per la seconda volta dopo la prima manifestazione del 30 agosto scorso si terranno presidi in tutta Italia davanti agli uffici scolastici regionali per chiedere lo scorrimento delle graduatorie. Manifestazione anche a Bologna, dove, però, in settimana è arrivata un piccola buona notizia: per 465 arriva il ‘posto fisso’ a scuola (per lo più nella primaria dove i posti vacanti sono di più e gli idonei più numerosi), anche se restano in attesa dell’incarico di ruolo circa 3.000 docenti. “Questa settimana c’è stato un incontro tra Bruno De Palma (direttore dell’Usr di via Castagnoli, ndr) e i sindacati e uscirà il documento con la definizione dei contingenti e il numero delle immissioni in ruolo, che dovrebbero essere 465”, informa Claudia Calderoni, insegnante della primaria a Comacchio, portavoce del coordinamento emiliano-romagnolo.

LETTERA A VALDITARA DEI CONCORSISTI 2020: “MANTENGA LE PROMESSE MINISTRO”

Calderoni ha anche scritto una lettera al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che nei giorni scorsi ha incontrato i sindacati per affrontare varie questioni, compresa quella dei docenti idonei del concorso 2020. “Il 3 luglio 2024, davanti al Parlamento che ‘rappresenta’ il popolo italiano, lei ci ha promesso lo scorrimento delle graduatorie di merito dei concorsi del 2020. Su ben 30.000 insegnanti soltanto 5.000 sarebbero però usciti dallo stato di ibernazione, sempre per il famoso principio che ‘è l’Europa che ce lo chiede’, per dare priorità ai futuri vincitori di futuri concorsi Pnrr non ancora indetti”, ricorda Calderoni. “Ebbene, sono passati tre mesi ed abbiamo atteso invano. La menzogna colossale pronunciata il 18 settembre 2024 sempre in Parlamento in base alla quale la promessa era stata mantenuta sa tanto di presa in giro: i 5.000 posti dovevano riguardare esclusivamente gli idonei 2020 ed invece lei ministro ha buttato tutti dentro lo stesso calderone, vincitori residui e pochi idonei. Non erano questi i patti”, protesta l’insegnante.

“Non può lontanamente immaginare quanti docenti sono rimasti a casa quest’anno, scavalcati in Gps da ‘colleghi’ senza alcuna esperienza o senza una preparazione adeguata. Perché, diciamocelo, non penso proprio che un’università telematica o un corso Indire sul sostegno possano conferire un grado di conoscenza analogo ad un’università tradizionale o ad un Tfa”, scrive la portavoce degli idonei al ministro. “Un concorso pubblico l’abbiamo superato (alcuni anche più di uno), una laurea ce l’abbiamo (alcuni anche più di una), esperienza sul campo pure, ormai dopo tanti anni di precariato facciamo parte quasi dell’arredo scolastico. Ci riconosca il ruolo semplicemente perché ce lo meritiamo. Non dev’essere una gentile concessione, ma semplicemente un diritto che ci spetta”, conclude.

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