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Kim Jong Un taglia ponti con Sudcorea: è uno Stato nemico

AttualitàKim Jong Un taglia ponti con Sudcorea: è uno Stato nemico

Confermate modifica costituzione ed esplosione vie di comunicazione

Roma, 17 ott. (askanews) – La Corea del Nord ha modificato la sua costituzione, cassando ogni riferimento alla riunificazione e definendo la Corea del Sud paese ostile. Lo ha ufficializzato oggi l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA, confermando anche la conseguente interruzione definitiva delle linee di collegamento tra le due Coree e pubblicando le fotografie delle esplosioni di strade e ferrovie intercoreane.

Due giorni fa lo Stato maggiore sudcoreano aveva rilevato le deflagrazioni. Oggi la voce ufficiale del regime di Kim Jong Un ha confermato che lo Stato maggiore dell’Esercito popolare di Corea (KPA) ha “preso misure per tagliare le strade e le ferrovie nordcoreane che conducono alla Corea del Sud attraverso le sezioni orientali e occidentali della frontiera meridionale della Corea del Nord, come parte della separazione completa e graduale del suo territorio dalla Corea del Sud”.

Le due Coree erano collegate da strade e ferrovie lungo la linea Gyeongui, che collega la città di confine sudcoreana di Paju a Kaesong, in Corea del Nord, e lungo la linea Donghae sulla costa orientale.

La KCNA ha affermato che questa era una misura inevitabile e legittima, presa in conformità con la costituzione nordcoreana, che definisce chiaramente la Corea del Sud come uno stato ostile, e a causa delle gravi circostanze di sicurezza che si avvicinano al limite imprevedibile della guerra a causa delle gravi provocazioni politiche e militari provenienti da Seoul. Un portavoce del ministero della Difesa nordcoreano ha anche dichiarato che la Corea del Nord continuerà a prendere misure per fortificare permanentemente la frontiera meridionale chiusa. Secondo fonti dello Stato maggiore sudcoreano, Pyongyang potrebbe anche costruire un muro per interrompere definitivamente i contatti tra le due Coree.

Il mese scorso Kim Jong Un aveva definito la Corea del Sud “nemico principale invariabile” della Repubblica democratica popolare di Corea (nome ufficiale della Corea del Nord). Questa definizione è stata poi incisa nel marmo della costituzione nordcoreane la settimana scorsa in occasione della 14ma Assemblea suprema del popolo, l’organo legislativo pro-forma di Pyongyang, chiamato semplicemente a ratificare le decisione prese dalla leadership.

La decisione di interrompere ogni contatto con il Sud viene in un momento di forte tensione tra Pyongyang e Seoul, con il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol che ha adottato una linea assertiva rispetto ai dossier aperti col Nord, ma anche di riconfigurazione degli assetti e delle alleanze in Asia orientale. Mentre, infatti, diventano più strette le alleanze Usa-Giappone e Usa-Corea del Sud, con un rasserenamento anche delle relazioni tra Seoul e Tokyo, Pyongyang ha rafforzato i suoi rapporti con la Russia firmando un accordo di partenariato rafforzato che include una clausola di difesa reciproca. Secondo fonti di Kiev, tra l’altro, Mosca starebbe allestendo un’unità militare alimentata da 3mila soldati nordcoreani che dovrebbero combattere nella guerra in Ucraina.

In questo contesto, si sono moltiplicate le reciproche provocazioni. Venerdì scorso, droni hanno sorvolato Pyongyang lanciando volantini contro il regime. La potente sorella di Kim Jong Un, Kim Yo Jong, ha accusato la Corea del Sud di aver inviato i droni “Sappiamo chiaramente che i principali colpevoli dell’incidente dei droni su Pyongyang sono la feccia dell’esercito sudcoreano”, ha dichiarato Kim in un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa statale della KCNA. Kim Yo Jong ha anche puntato il dito contro gli Stati uniti, affermando che la responsabilità ultima delle azioni dei “cani” ricade sul loro “padrone”. La sua dichiarazione è arrivata un giorno dopo che il ministero della Difesa sudcoreano aveva condannato il Nord per aver minacciato l’uso della forza e avvertito di una “terribile catastrofe” riguardo agli incidenti con i droni, senza neanche confermare la fonte dei voli. Kim Jong Un, dal canto suo, nelle scorse settimane ha più volte minacciato l’uso dell’arma atomica, se la Corea del Nord dovesse essere attaccata.

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