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Sicilia, Consulta: illegittima qualificazione Cefpas Caltanissetta

AttualitàSicilia, Consulta: illegittima qualificazione Cefpas Caltanissetta

Accolto ricorso presidenza del Consiglio dei ministri

Roma, 29 ott. (askanews) – E’ illegittima la qualificazione del centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario di caltanissetta come ente del servizio sanitario regionale. Lo ha deciso la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 169 depositata in data odierna, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 25, secondo comma, della legge della Regione Siciliana n. 1 del 2024, accogliendo in questa parte il ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri.

La disposizione era intervenuta sull’art. 20, primo comma, della legge della medesima Regione n. 30 del 1993, riconoscendo, a decorrere dal 1° gennaio 2024, natura di ente del servizio sanitario regionale al Centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del Servizio sanitario (CEFPAS), con sede in Caltanissetta.

La questione che la Corte è stata chiamata ad esaminare ha avuto riguardo, essenzialmente, alla possibilità di ritenere, o no, la norma impugnata di interpretazione autentica, argomento sostenuto dalla difesa regionale in quanto le spese di funzionamento dell’ente erano già state poste dalla citata legge n. 30 del 1993 a carico del servizio sanitario regionale.

Tuttavia, la Corte ha ritenuto la disposizione essere di carattere innovativo poiché essa non ha attribuito un significato ad una previsione normativa preesistente, bensì l’ha integrata, per di più precisando che «[g]li effetti discendenti dal presente comma decorrono dalla data di entrata in vigore della presente legge». Nel caso di norma di interpretazione autentica, ha sottolineato la decisione, «la norma risultante dalla saldatura con la disposizione interpretata avrebbe comportato la sua vigenza ab origine e non già dalla data di entrata in vigore della disposizione interpretativa».

Di qui, in primo luogo, la Corte ha ritenuto l’art. 25, secondo comma, della legge regionale Siciliana n. 1 del 2024, in contrasto con l’art. 117, terzo comma, Cost., in relazione al principio di coordinamento della finanza pubblica sancito, in tema di contenimento della spesa sanitaria, dall’art. 20 del d.lgs. n. 118 del 2011.

A riguardo, è significativa una duplice puntualizzazione, contenuta nella sentenza: a) l’elencazione degli enti del servizio sanitario di cui all’art. 19 del predetto decreto ha natura tassativa; b) in ogni caso, ciò che caratterizza tali enti è che essi, a differenza del CEFPAS (cui sono demandate in via esclusiva attività di formazione e ricerca), svolgono, in tutto o in parte, anche attività sanitaria strettamente intesa, ossia volta alla tutela della salute della persona umana. L’estensione del perimetro sanitario ad enti diversi, come ha fatto la disposizione impugnata, avrebbe rischiato di intaccare i fondi destinati a garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA) (nello stesso senso la Corte si è già pronunciata con la sentenza n. 1 del 2024).

(segue)

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