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Emergency lancia campagna “R1PUD1A” “Italia ripudia la guerra”

AttualitàEmergency lancia campagna "R1PUD1A" "Italia ripudia la guerra"

Oltre 60 città italiane coinvolte

Roma, 5 nov. (askanews) – L’Italia ripudia la guerra. Lo ribadisce con forza la campagna “R1PUD1A” di EMERGENCY che ha preso il via durante il weekend in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate: in oltre 60 città italiane si sono riuniti i volontari dell’associazione per riaffermare l’importanza e l’adesione all’articolo 11 della Costituzione italiana: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Da Milano a Catania, da Reggio Emilia a Sassari, i volontari si sono dati appuntamento in tutta Italia in luoghi simbolici, piazze e strade per ricordare che questo “NO alla guerra” è scritto all’interno della Costituzione. Lo hanno fatto questa mattina a Roma, srotolando lo striscione con scritto R1PUD1A al Colosseo, mentre ieri la scritta è stata dispiegata a Venezia al Ponte di Rialto, a Milano in Piazza del Duomo, a Torino sotto la Mole Antonelliana.

Lo striscione con scritto R1PUD1A ieri è stato srotolato anche a Roma, a Piazza San Pietro, durante l’Angelus del Papa che ha salutato i volontari del gruppo romano di EMERGENCY, unendosi al messaggio con queste parole: “Che questo principio possa attuarsi in tutto il mondo. La guerra sia bandita e si affrontino le questioni col diritto e i negoziati, tacciano le armi, si dia spazio al dialogo”.

Tanti anche i flashmob dei volontari di EMERGENCY che hanno coinvolto la gente al Pantheon di Roma, sotto la Torre di Pisa, a Trieste al Molo Audace, in piazza dell’Unità d’Italia e piazza della Borsa e a Ferrara in piazza Trento e Trieste, fino a Volterra sotto il monumento ai Caduti di tutte le guerre. E ancora da Genova a Messina, passando per Pistoia e dal Lucca Comics e in tantissime altre città sono state numerose le sfilate silenziose con i partecipanti che hanno composto, con magliette e cartelli, la scritta con lo slogan della campagna.

In un momento in cui la guerra sembra inevitabile e sono 56 i confilitti aperti nel mondo, l’appello di EMERGENCY diffonde il messaggio della nostra Costituzione. “In Italia c’è una legge bellissima: la Costituzione. Che nell’articolo 11 dice una cosa bellissima: l’Italia non vuole più fare la guerra. La ripudia. Dopo i conflitti mondiali, le atomiche e milioni di morti, l’Italia è rinata dall’idea che nessuna guerra potrà mai essere la soluzione – dichiara l’associazione -. Il nostro Paese si è impegnato a risolvere i conflitti con altri mezzi: con la diplomazia, la politica e la pace. Eppure non stiamo più assistendo a significative azioni di pace. Il linguaggio della guerra dilaga come fosse una verità inoppugnabile: l’opinione pubblica è chiamata alla guerra attraverso le parole dei politici e dei media. In Italia e in Europa i governi si riarmano e dicono che la pace è un lusso. Ma il lusso è proprio l’industria bellica. Secondo Milex, l’Osservatorio sulle spese militari in Italia, solo nel 2025 il nostro Paese ha già preventivato di destinare 32 miliardi di euro alle spese militari, record storico con un aumento del 12,4% rispetto al 2024 e del 60% sul decennio. Di questi 32 miliardi ne riserverà 13 per i nuovi armamenti, con un balzo del 77% nell’ultimo quinquennio”.

“La nostra storia ci dice di non tacere, di impegnarci per abolire la guerra, di non perdere mai di vista le vittime – conclude EMERGENCY nel suo appello – Non ci stancheremo di ripeterlo: EMERGENCY ripudia la guerra, come tantissimi in Italia. Con questa campagna è il Paese in prima persona a potersi esprimere. Perché il senso della Costituzione è inequivocabile e le persone possono darle nuova voce e farla vivere ancora. Perché dire “no alla guerra” è ovunque un’aspirazione ma è anche un modo per rispettare la storia del nostro Paese e dimostrare che la nostra Costituzione è ancora ‘lettera viva’”. Alla campagna “R1PUD1A” possono aderire singoli cittadini, scuole, teatri, Comuni, enti pubblici e locali.

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