RIMINI – La Romagna torna alla guida della Regione con Michele de Pascale, 39enne ravennate, per due mandati, dal 12 giugno 2016, sindaco della città dei mosaici, tra pandemia e alluvione, lavori infrastrutturali al porto e partita sul rigassificatore offshore. Tra le sue battaglie anche quella per riattivare le estrazioni di gas nell’Alto Adriatico, non gradita agli ambientalisti.
Nato nel gennaio del 1985 a Cesena ma cresciuto a Cervia, l’impegno politico, come per molti, comincia alle superiori, al liceo scientifico Augusto Righi di Cesena dove si diploma, iscrivendosi poi a Medicina ma senza laurearsi. E prosegue con l’iscrizione prima ai Democratici di sinistra e poi al Partito democratico. Nel 2004 si candida con successo a consigliere comunale Ds a Cervia, dove viene rieletto come dem nel 2019.
Dal 2011 è assessore agli Affari generali nella giunta Zoffoli e in quello stesso anno vittima di un pauroso incidente stradale a causa del quale rischia tra l’altro di perdere un piede e rimane per 10 giorni in coma farmacologico. Nel 2013 de Pascale diventa segretario provinciale del Partito democratico e sposa Laura Casadio, figlia dell’ex presidente della Provincia, con cui ha due figli. E nel 2016, in seguito alla tragica scomparsa di Enrico Liverani, si candida sindaco a Ravenna. Sostenuto dal centrosinistra al primo turno non raggiunge il 50% più uno dei voti, ma trionfa comunque al ballottaggio sul centrodestra e Massimiliano Alberghini. Il 3 agosto viene inoltre eletto presidente della Provincia. Mentre il 12 febbraio 2019 presidente dell’Upi.
All’interno del Pd sostiene le mozioni dei candidati segretario Nicola Zingaretti nel 2019 e Stefano Bonaccini nel 2023, dopo che nel 2021 viene confermato sindaco a Ravenna al primo turno sostenuto dal campo largo, sfiorando il 60%. Con le dimissioni dell’ex presidente Stefano Bonaccini quest’anno, il Pd lo sceglie come successore. E alle urne è un nuovo successo.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it