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Per Meloni feeling e unità con Milei che rilancia alleanza sovranista

AttualitàPer Meloni feeling e unità con Milei che rilancia alleanza sovranista

Incontro alla Casa Rosada: “Insieme per valori Occidente”

Buenos Aires, 20 nov. (askanews) – La visita di Giorgia Meloni a Buenos Aires, la sua prima missione bilaterale in America Latina, certifica il “feeling” personale e politico con Javier Milei.

La premier è arrivata martedì sera nella capitale dal G20 di Rio de Janeiro ed è stata ospite del presidente argentino per una cena privata nella Residenza di Olivos. Poi, mercoledì mattina, il bilaterale alla Casa Rosada, prima tete-a-tete, poi allargato alle delegazioni. Al termine del colloquio (e dopo il saluto di rito dal balcone della Casa Rosada che affaccia su Plaza de Mayo reso celebre da Evita Peron) Meloni e Milei si sono presentati insieme alla stampa, per dichiarazioni senza domande.

Milei, primo leader a incontrare Donald Trump dopo l’elezione del tycoon, ha rilanciato la sua idea di una “alleanza”, quella che già è stata definita “internazionale sovranista”. A Mar-a-Lago, residenza di Trump, aveva ipotizzato un asse costituito da Argentina, Usa, Italia e Israele. Oggi non ha definito il formato, ma ha auspicato una collaborazione tra coloro che hanno “obiettivi comuni”: non solo Italia e Argentina “ma anche altri Paesi del mondo libero che condividono questi valori”. Un’alleanza di “nazioni libere, unite contro la tirannia e la miseria. Perché l’Occidente si trova nelle tenebre” e ha bisogno di “noi che difendiamo la libertà anche se siamo ancora pochi. Possiamo fare luce e segnalare la strada” in un mondo segnato da una “mancanza di buon senso” e da “organismi internazionali sclerotici”.

Parole che già nella gestualità Meloni ha mostrato di approvare, sottolineandole con gesti di assenso, un applauso e un abbraccio, a testimonianza di una consonanza di vedute poi espressa anche nel suo intervento. Con Milei, ha spiegato, la accomuna “l’amore per la libertà” e una “unità di vedute molto forte su molti dossier”, come la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, la crisi in Venezuela, con l’Italia che non riconosce – così come l’Argentina – la “proclamata vittoria di Maduro a seguito di elezioni ben poco trasparenti”. Con Milei, un uomo “valente” e “amico dell’Italia”, ha detto parlando brevemente anche in spagnolo, c’è una “condivisione politica” tra “due leader che si battono per difendere l’identità dell’Occidente e i punti cardine della sua civiltà: la libertà e l’uguaglianza delle persone, la democraticità dei sistemi, la sovranità delle nazioni”. Dunque c’è “molto più” di “una comune cooperazione tra nazioni: c’è la consapevolezza di vivere in un tempo difficile, la responsabilità che quel tempo difficile impone, cioè la forza delle idee e il coraggio che serve per difendere quelle idee”.

Per quanto riguarda i rapporti bilaterali, ha spiegato la premier, “l’Argentina è il punto di riferimento dell’Italia in America Latina” anche in virtù di una comunità di un milione di cittadini e di circa 20 milioni di italo-discendenti, oltre a circa 300 imprese italiane che impiegano più di 16.000 lavoratori generando un giro d’affari di quasi 3 miliardi di euro. Le relazioni hanno però ancora “un potenziale enorme da esplorare e da liberare” e le politiche economiche del presidente argentino possono aprire “nuove opportunità ed essere un ulteriore incentivo per accrescere la presenza italiana”. Per questo, oltre a una collaborazione nel contrasto al crimine organizzato, i due governi hanno concordato di “scrivere insieme un piano d’azione Italia-Argentina 2025-2030 che individui i settori principali della collaborazione bilaterale su cui concentrare i nostri sforzi e le nostre energie”. Tra i settori privilegiati ci sono la transizione energetica, le infrastrutture, l’approvvigionamento di materie prime critiche, il trasporto aereo, lo spazio.

Meloni, nel pomeriggio argentino, riceve le chiavi della città di Buenos Aires da parte del sindaco Jorge Macri. Poi assiste allo spettacolo ‘Luz, Camara… Danza! Omaggio al grande cinema italiano’ al Teatro Coliseo, l’unico di proprietà dello Stato italiano al di fuori dei confini nazionali. Sono presenti rappresentanti delle istituzioni argentine e della collettività italiana. Nella serata argentina, notte in Italia, la premier riparte per Roma.

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