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Bufera sul ‘decreto Salva Milano’: la legge che sblocca la costruzione di nuovi grattacieli

PoliticaBufera sul ‘decreto Salva Milano’: la legge che sblocca la costruzione di nuovi grattacieli

MILANO – Un’ora di dura battaglia da Avs e M5s (dalle 20 alle 21,15 quando si è chiusa la discussione col sì della maggioranza di centrodestra e del Pd) ieri sera in commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera sul Salva-Milano, la norma che rivede la legge urbanistica del 1942 e seguenti per cercare una soluzione alle inchieste della Procura che hanno portato ai sequestri di grattacieli su aree demolite e ricostruite – secondo l’ipotesi di accusa- senza le necessarie autorizzazioni edilizie.

Lo si ricava dal verbale della seduta della commissione, visionato dalla ‘Dire’, che dà conto della bocciatura di ventidue subemendamenti all’emendamento 1.100 presentato dal relatore Tommaso Foti, il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. A stigmatizzare il voto finale come “singolare confluenza di interessi tra il Partito Democratico e le forze di centro-destra” Antonino Iaria del M5s.

L’OBIERTIVO DEL DECRETO

Il “decreto Salva Milano” è una legge pensata per sbloccare i progetti edilizi a Milano, in particolare quelli che riguardano la costruzione di nuovi edifici, come grattacieli, su terreni già urbanizzati.

L’obiettivo è snellire le regole che obbligano a piani dettagliati, rendendo difficile iniziare i lavori, soprattutto se gli edifici superano una certa altezza.

Con questa legge, diventa più semplice costruire, a patto che i nuovi progetti rispettino le norme urbanistiche e non vadano contro interessi pubblici. L’obiettivo è sbloccare i cantieri bloccati, chiarire le regole per il futuro e favorire uno sviluppo urbano ordinato e sostenibile.

IL DIBATTITO IN COMMISSIONE

Il presidente di commissione, Mauro Rotelli, anche lui di Fdi, ha avuto il suo daffare nel contenere il rush del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo cui ci sono “profili di illegittimità costituzionale” e che ha posto a più riprese la questione della mancanza di copertura economica della norma, che dispone “che l’approvazione preventiva di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non è obbligatoria nei casi di edificazione di nuovi immobili su singoli lotti situati in ambiti edificati e urbanizzati, di sostituzione, previa demolizione, di edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati e di interventi su edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati, che determinino la creazione di altezze eccedenti l’altezza degli edifici preesistenti e circostanti”.

L’INCHIESTA

Tra gli indagati più importanti della ventina di inchiesta aperte a Milano, per più cantieri (l’ultimo sequestrato è lo ‘Scalo House’ vicino allo scalo Farini, nel quartiere Isola) anche l’ex presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano e della commissione Paesaggio, Paolo Mazzoleni, ora assessore all’urbanistica a Torino.

Bonelli ha detto di ritenere “inconcepibile procedere nell’esame del provvedimento senza avere la certezza, da parte del Governo, dell’assenza di effetti sulla finanza pubblica. E’ inevitabile- ha detto il leader di Avs- che la drastica riduzione degli oneri di urbanizzazione determinerà minori entrate per le casse pubbliche”, con “riduzione degli oneri concessori tra il 40 e il 60 per cento”.

A Bonelli hanno replicato sia Rotelli (“la Commissione bilancio si esprimerà sul testo al fine di valutare gli effetti finanziari della proposta di legge”) sia Foti: “già nella versione originaria la proposta di legge escludeva oneri per la finanza pubblica, Peraltro, come già ricordato dal presidente, il parere che verrà espresso dalla V Commissione contribuirà a fugare i residui dubbi”.

Rassicurazioni insufficienti per Agostino Santillo (M5S) per il quale “sarebbe stato opportuno attendere, l’attesa pronuncia della Corte di cassazione sul tema, nonché l’esito del dibattito in corso al Senato su un provvedimento concernente il tema più ampio della rigenerazione urbana”.

Per Bonelli inoltre “pur essendo concepito per risolvere problematiche concernenti la città di Milano, il provvedimento determinerà conseguenze rilevanti sul piano urbanistico in numerose città italiane”. 

Durissimo il giudizio del pentastellato Antonino Iaria, per cui la proposta è “motivata principalmente dall’elevata premialità prevista per gli interventi edilizi nel comune di Milano e che essa sia pertanto volta a salvaguardare gli interessi settoriali di acquirenti e grandi costruttori, aumentando così il rischio di fenomeni di speculazione edilizia”.

Inoltre, secondo Iaria, la nuova legge “determinerà l’aumento del contenzioso connesso all’individuazione della disciplina applicabile”.

Effetti negativi “in definitiva, imputabili alla volontà delle forze di maggioranza di non attendere la conclusione dei procedimenti giurisdizionali in corso”.
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