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Cinema, al TFF primo film di Gianluca Minucci: un monito all’Europa

AttualitàCinema, al TFF primo film di Gianluca Minucci: un monito all'Europa

Il regista di Europa Centrale: volevo psicoanalizzare il ‘900

Torino, 24 nov. (askanews) – Presentato in Concorso al 42esimo Torino Film Festival, “Europa Centrale”, opera prima di Gianluca Minucci. Un dramma ambientato nel 1940 che racconta il viaggio in treno di una coppia di comunisti che devono portare a termine una missione segreta affidatagli dal Comintern, nascondendosi dai fascisti. Un film claustrofobico, pervaso da un senso di angoscia, tra tradimenti e atmosfere cupissime, dove la violenza è fisica e psicologica e non c’è umanità.

Il regista, alla sua opera prima, ha detto ad askanews di aver voluto fare questo film quasi come un monito all’Europa di oggi, per mostrare “la pericolosità di aderire a certe ideologie e di perdere qualsiasi occhio critico nei confronti di certe fedi politiche”. Inoltre, ha spiegato Minucci, “volevamo fare un film profondamente diverso, nella forma e nel linguaggio, per la regia espressionista ma anche per la recitazione, l’intento era fare una seduta psicoanalitica personale del Novecento”, ha raccontato.

In “Europa Centrale”, i protagonisti, interpretati da Paolo Pierobon, Tommaso Ragno, Catherine Bertoni de Laet, Matilde Vigna, Levente Molnar e Angelica Kazankova, si muovono sempre all’interno di un treno, tra scompartimenti e corridoi, aumentando la sensazione di claustrofobia. Il film è stato girato esclusivamente all’interno del Museo dei Treni di Budapest, in carrozze originali anni ’20 e ’30, dove gli attori vengono ripresi spesso in primo piano e tutto è molto teatrale.

“È un film profondamente mentale, psicotico e paranoide – ha spiegato ancora il regista – era fondamentale stare sui primi piani degli attori”. La colonna sonora originale è stata realizzata da Zbigniew Preisner, famoso per essere uno storico collaboratore del regista Krzysztof Kieslowski. “È un coro che non va solo a commento ma dialoga – ha affermato Minucci – quindi momenti del coro si inframmezzano con le battute degli gli attori, tutto l’impianto è squisitamente teatrale”.

Un film che il regista ha raccontato di aver voluto fare per una sua esigenza personale, molto legata all’attualità: “Gli scontri ideologici, le fedi politiche sono purtroppo più forti che mai e credo che il bisogno di fare questo film sia nato dal vivere quotidianamente, anche sulla mia pelle, quello che sta accadendo”.

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