Ne parla l’esperta Stefania Folloni
Roma, 11 mar. (askanews) – Molti studi dimostrano che terapie dietetiche come la terapia chetogenica, la dieta RAD (Rare Adipose Tissue Disease) e terapie dietetiche anti-infiammatorie possano migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da lipedema, in associazione a altri trattamenti specifici. Ne parla la dottoressa Stefania Folloni, spiegando innanzitutto di che patologia si tratta:”Il lipedema è una patologia riconosciuta finalmente nel 2018 dalla OMS che ha una dell’11%, sono colpite tendenzialmente le donne, nei passaggi ‘ormonali’ fisiologici. Si tratta di un accumulo patologico, degenerativo e costante di tessuto adiposo, prevalentemente agli arti, ma può colpire tutto il corpo. Spesso confuso con l’obesità ginoide, la cellulite e l’adiposità localizzata, le persone affette hanno sempre dovuto sottostare a uno stigma negativo in merito alla loro ‘incapacità’ di dimagrire, sentendosi in colpa per il loro fallimento”.Da anni associazioni e specialisti stanno portando a galla questa patologia, e gli studi clinici permettono di creare nuove possibilità diagnostiche (screening) e terapeutiche:”Finalmente negli ultimi anni si sta cercando di capire la genesi genetica di questa patologia potendo quindi poi scegliere le terapie multidisciplinari e bloccare la stagnazione della malattia”.Terapie che passano attraverso la dieta e lo stile di vita e attività fisica adeguata alla patologia. Tra queste, molti studi guardano alle terapie dietetiche, come la terapia chetogenica: “Una volta riconosciuta la malattia, possiamo utilizzare tutte quelle strategie nutrizionali antinfiammatorie che ci permettano di ridurre il carico infiammatorio. In primis sono stati fatti negli ultimi due anni una decina di studi sulla terapia chetogenica, non quella seguita sui social ma da un medico ovviamente, con una liposuzione alimentare che riduce la compressione a carico degli arti ma soprattutto ci aiuta con il potere antinfiammatorio e antiossidante della terapia chetogenica”.Alla chetogenica poi si può alternare una dieta RAD (Rare Adipose Tissue Disease) e altre terapie dietetiche anti-infiammatorie.