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Magdeburgo, avvertimenti ignorati prima della strage e la polizia giudicò l’attentatore “non pericoloso”

AttualitàMagdeburgo, avvertimenti ignorati prima della strage e la polizia giudicò l'attentatore "non pericoloso"

La presidente del Consiglio centrale ex musulmani: uno “psicopatico che aderisce all’ideologia cospiratoria dell’estrema destra

Roma, 22 dic. (askanews) – La polizia tedesca l’anno scorso effettuò una “valutazione del rischio” nei confronti di Taleb Jawad al Abdulmohsen, l’autore dell’attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo, concludendo però che non rappresentava un “pericolo particolare”. E’ quanto riporta oggi il noto quotidiano tedesco Die Welt sottolineando come lo psichiatra saudita sembrava inoltre essere in conflitto permanente con l’amministrazione e la giustizia tedesca.

Il giorno prima dell’attentato costato la vita a 5 persone, tra cui un bambino di 9 anni, e il ferimento di altre 200, l’aggressore non si era presentato in tribunale a Berlino dove era processato per aver provocato una scenata in un commissariato di polizia che non aveva voluto registrare una delle sue denunce, secondo quanto riportato sempre dai media tedeschi.

Media tedeschi che oggi chiedono a gran voce conto al governo di Olaf Scholz, per capire come e perché tutti gli avvertimenti relativi all’attentatore saudita di Magdeburgo sono stati ignorati. Secondo Der Spiegel, un anno fa i servizi sauditi avrebbero inviato un warning ai colleghi tedeschi sull’attentatore. In questione: uno dei suoi tweet in cui minacciava la Germania di un “prezzo” da pagare per il trattamento riservato ai rifugiati sauditi. L’avvertimento rimase lettera morta.

“Esiste una strada verso la giustizia in Germania senza far saltare in aria un’ambasciata tedesca o sgozzare a caso i cittadini tedeschi? È da gennaio 2019 che cerco questa strada pacifica e non l’ho trovata”, scriveva ancora lo scorso agosto su X lo psichiatra saudita che ieri è stato accusato dalla Procura di Magdeburgo di omicidio, tentato omicidio e lesioni aggravate.

Anche nella comunità saudita esiliata in Germania l’uomo faceva paura. “Lo conosciamo bene, ci ha terrorizzato per anni”, ha detto la presidente del Consiglio centrale degli ex musulmani, Mina Ahadi. Lo ha definito uno “psicopatico che aderisce all’ideologia cospiratoria dell’estrema destra” che “odia non solo i musulmani, ma tutti coloro che non condividono il suo odio”.

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