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A Mario Stirpe il Premio AIMO 2024: “Pioniere nella chirurgia vitreoretinica”

PoliticaA Mario Stirpe il Premio AIMO 2024: “Pioniere nella chirurgia vitreoretinica”

ROMA – Il Premio AIMO 2024 è stato conferito quest’anno al professor Mario Stirpe, ideatore e presidente dell’IRCCS Fondazione G.B. Bietti per lo Studio e la Ricerca in Oftalmologia, pioniere della legge che ha permesso in Italia il trapianto di cornea e tra i massimi esperti a livello nazionale ed internazionale di chirurgia vitreoretinica. Il riconoscimento per gli “indiscussi meriti nel campo della chirurgia vitreoretinica e dei trapianti di cornea in Italia”, come si legge sulla targa, è stato consegnato al professor Stirpe dalla presidente dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, la dottoressa Alessandra Balestrazzi, nell’ambito della 15esima edizione del Congresso Nazionale AIMO, in programma a Roma fino a domani. Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta oggi presso l’Auditorium Capitalis del Palazzo dei Congressi dell’Eur, hanno partecipato anche il presidente S.I.S.O., il professor Teresio Avitabile, e il dottor Luca Menabuoni, Referente per il rapporto con le istituzioni di AIMO. 

L’INTERVISTA
“Sono molto contento per l’assegnazione di questo riconoscimento- ha commentato il professor Stirpe, intervistato dalla Dire- anche perché arriva nel momento in cui si riuniscono due società, AIMO e S.I.S.O., e nella mia filosofia l’accordo è fondamentale. Ci sono stati momenti di discordia in passato, ma oggi sono stati superati e questo è un buon esempio soprattutto per i giovani”. Ed è proprio ai giovani oculisti che il professor Stirpe ha voluto rivolgere un pensiero: “È molto importante ascoltarli e guidarli- ha detto- Io ho ‘educato’ tanti giovani professionisti nella vita e non ho mai ricevuto una delusione. Anzi, sono grato a loro”.

 
Il professor Stirpe, durante la sua lunga e brillante carriera, ha saputo conciliare il rigore scientifico e la passione per la ricerca con l’attenzione umana ai pazienti. Qual è la chiave del suo successo?
“Dico sempre una cosa- ha risposto- i pazienti che mi sono rimasti più affezionati sono stati quelli ‘vittime’ di un insuccesso, perché hanno capito quanto io soffrivo con loro e quanto avevo la volontà di risolvere i loro problemi. Il paziente avverte la vicinanza del medico e questo è fondamentale. Sembra un paradosso, ma è così. E non mi vergogno a dirlo, perché durante una carriera possono esserci successi ma anche insuccessi”. Interpellato infine sul perché un giovane medico dovrebbe scegliere la specializzazione in Oftalmologia, il professor Stirpe ha detto: “È una scelta, io arrivavo dalla clinica medica e mi sembrava quasi un ripiego. Ma quando ci si dedica pienamente ad una materia, così come è capitato a me, dopo un po’ si comprende che non si sarebbe potuto fare altro nella vita”. 

 
IL CURRICULUM 
 

Il professor Mario Stirpe è membro delle più prestigiose Società Oftalmologiche Internazionali; dal 2002 è membro del Board dell’European Academy of Ophthalmology; dal 2018 è membro onorario del Club Jules Gonin. È autore di oltre 234 pubblicazioni scientifiche, ha organizzato 7 Congressi Internazionali di Oftalmologia; è editore di 4 volumi che hanno avuto diffusione internazionale. Dal gennaio 2010 al dicembre 2018 è stato membro del Consiglio Superiore di Sanità. Dal 2011 al 2016 è stato membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità. È al momento presidente della Fondazione G.B.Bietti di Roma per lo Studio e la Ricerca in Oftalmologia-Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), oggi particolarmente impegnata in studi multicentrici internazionali. Ha avuto un ruolo molto importante nella chirurgia del trapianto di cornea in Italia perché nel 1993 ha esposto, durante una audizione alla Camera, i motivi per i quali doveva essere modificata una legge che, da 15 anni, lo vietava. I motivi addotti hanno fatto presa sulle opposizioni e in due mesi la chirurgia del trapianto di cornea si è diffusa anche nel nostro Paese. Il professor Stirpe ha creato allora la Banca degli Occhi del Lazio presso l’Azienda San Giovanni Addolorata di Roma.
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