“Il ministro è organo politico che deve meditare su richieste Corte”
Roma, 5 feb. (askanews) – “L’art 2 prevede che i rapporti di cooperazione tra lo Stato italiano e la Corte penale internazionale siano curati in via esclusiva dal ministro della Giustizia che, ove ritenga ne ricorra la necessità, concorda la sua azione con altri ministri interessati, istituzioni e organi dello Stato. Al ministro della Giustizia compete anche di presentare alla Corte atti o richieste, quindi il ruolo del ministro non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste, non è un passacarte: è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e istituzioni e organo dello Stato”.Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nell’informativa sul caso Almasri alla Camera.”Tanto più la richiesta è articolata e complessa, più la riflessione deve essere critica, anche sulla coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Corte, la coerenza manca, quell’atto per noi è radicalmente nullo” ha aggiunto Nordio.
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