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Arte e territorio, le masche di Giulia Cenci a Rittana nel Cuneese

AttualitàArte e territorio, le masche di Giulia Cenci a Rittana nel Cuneese

Nell’ambito del progetto Radis della Fondazione CRT

Cuneo, 3 ott. (askanews) – Un’opera site-specific di Giulia Cenci sulle alture del Cuneese. A Rittana, nella radura del Chiot Rosa, forte di una storia partigiana e dei racconti di Nuto Revelli, la Fondazione per l’arte moderna e contemporanea CRT, nell’ambito del progetto Radis, ha presentato “Le masche”, lavori nei quali la tipica estetica di Cenci dialoga, sia a livello di materiali sia di forme, con la natura e la storia.

“Radis – ha detto Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione CRT – è un progetto nel quale la fondazione CRT per l’arte crede molto e anche se iniziato soltanto lo scorso anno, l’obiettivo nostro è proprio questo: di radicarci sul territorio, di portare opere, sculture, artisti, curatori, curatrici a visitare questi luoghi dove le opere prendono forma. Quindi per noi è un progetto nel quale crediamo molto, siamo all’inizio, ma speriamo davvero di poterlo portare avanti, soprattutto di poterlo portare avanti, come è stato quest’anno, con una collaborazione di cui noi siamo molto felici con la fondazione CRC, perché questa collaborazione ci ha permesso di realizzare questo immenso lavoro e questa scultura incredibile”.

Le forme ibride dell’artista, che sembrano essere fiorite nottetempo nella radura, e già questo è un potente elemento narrativo, è come se osservassero con stupore la vita che accade attorno e sotto di loro, paiono aprire nuove prospettive, partendo proprio dall’evocazione delle masche, figure della tradizione contadina piemontese raccontate da Revelli.

“Le ho volute chiamare così – ha detto Giulia Cenci – per significare quanto l’immaginazione, ma anche le storie di tanti luoghi, di tanti posti possano creare qualcosa di diverso. Diciamo così, i fiori, le masche che vedete qui cercano di unire tante cose che apparentemente non appartengono alle stesse radici eppure rifioriscono in qualcosa di diverso, cercano di creare dei piccoli luoghi di accoglienza oppure delle sorte di gabbie, non lo so, mi piace anche stare sempre un po’ in bilico tra le cose e soprattutto volevo in qualche modo far sì che arrivando qui non si avesse la sensazione di vedere un monumento gigante, qualcosa di imponente, ma qualcosa che fosse in grado di mescolarsi nel paesaggio”.

Il progetto Radis ha il proprio cuore nella relazione con i territori e nasce con l’obiettivo di portare a disposizione delle comunità delle opere di arte pubblica e nella radura a Rittana le sculture di Giulia Cenci resteranno come installazione permanente. Il lavoro è stato curato da Marta Papini, che ha anche portato al Centro Civico e Culturale del paese il secondo capitolo della mostra collettiva “L’opera al nero”.

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