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Autonomia, De Pascale: è un errore, andrò a dirlo ad Atreju

AttualitàAutonomia, De Pascale: è un errore, andrò a dirlo ad Atreju

Meloni mi ha chiamato, ora basta sgambetti reciproci

Roma, 7 dic. (askanews) – “Come Regione Emilia Romagna abbiamo non siamo contrari tanto al ddl Calderoli, ma allo strumento dell’Autonomia differenziata in sé: aumentare le funzioni legislative delle Regioni è sbagliato. Non ci serve un Paese con regole diverse da una Regione all’altra, semmai dovremmo avvicinarci tutti a uno standard comune europeo. Possiamo immaginare, nel 2024, di avere venti diversi piani energetici? Io credo di no. Forse quella parte del Titolo V della Costituzione è da rivedere”. Lo dice Michele De Pascale, presidente della regione in un’intervista al Messaggero in cui spiega anche le ragioni che lo hanno portato ad accettare l’invito a partecipare alla festa di Fdi, Atreju.

“Già da presidente dell’Unione delle province italiane mi è capitato di essere invitato a feste di altre forze politiche e sono sempre andato. Ad Atreju non vado da esponente Pd, ma da presidente della Regione Emilia, in veste istituzionale. Tanto più che il tema di cui discuteremo è l’Autonomia differenziata”, dice e aggiunge: “vado ad Atreju con l’obiettivo di far fare la stessa riflessione a FdI. Non do la colpa a loro, anzi: la mia è anche un’autocritica. Spero che, come l’Emilia Romagna ha cam- biato idea, lo faccia anche il partito di Meloni. L’autonomia giusta su cui lavorare è il decentramento amministrativo a favore di comuni ed enti locali. Le leggi, invece, devono essere uguali per tutti. È su questo che voglio confrontarmi con Calderoli”.

E lo farà sul palco della festa di FdI, dove Schlein l’anno scorso ha scelto di non andare. A parti invertite, lei avrebbe invitato Meloni a una Festa dell’Unità? “Chiariamoci. Elly Schlein, che da segretaria del Pd è un’esponente politica, dice: il dialogo si fa innanzitutto in Parlamento, perché è quello il luogo deputato. E visto che nelle Aule non si vede tutta questa volontà di ascolto da parte del governo, non ha senso parlarsi alle feste di partito. È una posizione che condivido: vogliamo dialogare? Bene, cominciamo in Parlamento. Diverso è il caso di un’istituzione, come quella che io rappresento”.

Il neoeletto governatore dell’Emilia Romagna parla anche del rapporto con il governo guidato da Giorgia Meloni: “Si è creato un clima di scontro, una speculazione politica continua. È stato offerto un brutto spettacolo al Paese. Per questo è ora di dire basta: le elezioni sono passate, c’è chi ha vinto e chi ha perso. Non è un vogliamoci bene, piuttosto un mettiamoci a lavorare insieme. La presidente Meloni mi ha telefonato, speriamo di incastrare presto una data per vederci. Mi auguro che con questo spirito di squadra si possa realizzare il patto di cui parlavo”.

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