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domenica, Marzo 30, 2025

Cani nuovi bambini? Ricerca svela cosa lega il boom dei pet alle culle vuote

AttualitàCani nuovi bambini? Ricerca svela cosa lega il boom dei pet alle culle vuote

(Adnkronos) –
I cani sono i nuovi bambini? È la domanda da cui è partita la ricerca di un team di studiosi per indagare come potrebbe essere collegata la crescente scelta di avere amici a quattro zampe con il calo dei tassi di natalità. Si parte da un dato: in alcuni Paesi, il numero di cani è aumentato così tanto che ora supera il numero di bambini, ma restano incerti i fattori che stanno guidando questo trend.  

In una delle principali riviste di psicologia a livello internazionale, Enikő Kubinyi, capo del Dipartimento di etologia dell’Università Elte (Eötvös Loránd) in Ungheria, propone una teoria innovativa: secondo l’esperta, c’è davvero una connessione tra la proprietà di cani e il calo dei tassi di natalità, ma non nel modo in cui potremmo pensare. “Il numero di bambini non sta diminuendo perché il numero di cani è in aumento, ma dietro entrambi i fenomeni si trova la stessa tendenza: la trasformazione delle reti sociali”, anticipa. 

Molte persone considerano il loro amico quattrozampe come parte della famiglia, alcuni addirittura lo collocano al di sopra delle relazioni umane, e lo apprezzano e considerano almeno parzialmente più di qualsiasi essere umano. La pensa così per la precisione il 19% delle persone senza figli e il 10% dei genitori, secondo un recente sondaggio ungherese. 

Mentre il numero di cani aumenta, i tassi di fertilità umana sono in calo. Quale potrebbe essere la ragione? “Alcuni sostengono che i cani siano i nuovi figli, mentre altri trovano questa idea oltraggiosa”, ragiona Kubinyi, ricordando anche le parole di Papa Francesco in un discorso agli Stati generali della natalità, in cui aveva evidenziato che le case si svuotano di figli, ma non mancano i cani e i gatti. “Alcuni studi suggeriscono che i proprietari di cani hanno davvero opinioni più negative sulla maternità, e le madri che possiedono cani trovano la genitorialità più onerosa, il che potrebbe ridurre la loro volontà di avere più figli. In alcuni casi, i cani possono persino danneggiare le relazioni romantiche. Ma questo è solo un lato della storia”. 

L’argomentazione opposta è che la proprietà di un cane potrebbe invece aumentare i tassi di fertilità umana. “Le famiglie con bambini hanno maggiori probabilità di possedere cani, e alcune coppie vedono il loro animale domestico come un ‘bambino su cui fare pratica’, un passo preparatorio verso l’avvio di una famiglia. Le donne tendono anche a trovare gli uomini con i cani più attraenti, il che potrebbe aumentare le possibilità di paternità”. Secondo questo punto di vista, dunque, la proprietà di un cane non sostituisce la genitorialità, ma piuttosto la completa o la precede.  

I cani possono anche agire come una sorta di “colla sociale”, facilitando le relazioni umane, e infatti camminare con il cane aumenta le opportunità di interazione con gli altri. Possono anche svolgere un ruolo nella creazione di reti sociali tra le persone, sebbene alcuni problemi comportamentali del pet (abbaiare eccessivo o aggressività) possano complicare le interazioni.  

Kubinyi suggerisce che “la popolarità dei cani sia radicata in cause di biologia evolutiva, ma si è culturalmente intensificata. L’istinto di cura e la necessità di sostegno sociale sono geneticamente codificati nel comportamento umano, ma queste pulsioni si sono spostate verso gli animali da compagnia perché le relazioni umane sono spesso danneggiate o assenti. Ad esempio, quasi il 90% degli adulti ungheresi non trascorre nemmeno un’ora alla settimana a prendersi cura di bambini piccoli, anche se gli esseri umani si sono evoluti per impegnarsi nel cosiddetto allevamento cooperativo, in cui i doveri di assistenza all’infanzia erano condivisi all’interno della comunità. Ma nelle società moderne, queste reti di supporto si sono rotte. Perciò molte persone sentono di non avere il sostegno nell’educazione dei figli o di non avere nessuno di cui prendersi cura”.  

Altri, continua l’analisi dell’esperta, “hanno sperimentato dolore emotivo nelle relazioni umane e i cani garantiscono loro conforto e amore incondizionato. La nostra cultura attuale incoraggia l’estensione dell’istinto di cura ai cani: i meme umoristici riflettono questo trend, il business della cura degli animali domestici è in piena espansione, i proprietari si riferiscono sempre più a se stessi come ‘mamme’ o ‘papà’ del loro cane”, evidenzia Kubinyi. Fido può quindi diventare il compagno più importante per molte persone, in assenza di relazioni umane di supporto. E’ un ruolo per il quale peraltro risulta particolarmente adatto, per via dei tratti comportamentali modellati attraverso la lunga vita insieme agli umani.  

I cani, insomma, sono sempre più considerati come membri della famiglia, il che sta influenzando anche la loro evoluzione. Le razze piccole e dal naso corto ricordano i neonati umani, sostiene l’esperta, il che può spiegare la loro popolarità. Questi tratti ‘carini’ innescano una risposta istintiva di assistenza negli esseri umani, ma hanno anche problemi di salute significativi. E il proprietario può davvero sentire che qualcuno dipende da lui.  

“Il ruolo mutevole della proprietà del cane suggerisce che le persone nelle società occidentali sperimentano una significativa mancanza di assistenza e sostegno sociale, e cercano di compensare questo, almeno in parte, anche con cani e probabilmente gatti”, conclude Kubinyi. In definitiva, “dobbiamo rafforzare i sistemi di sostegno sociale basati sulla famiglia e ridurre l’isolamento sociale. La proprietà del cane è una cosa meravigliosa quando collega le persone piuttosto che isolarle”. 

L’articolo Cani nuovi bambini? Ricerca svela cosa lega il boom dei pet alle culle vuote proviene da Ragionieri e previdenza.

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