BOLOGNA – La Procura di Roma ha chiesto l’assoluzione per Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, a processo per rivelazione del segreto d’ufficio sulla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito. Per i magistrati, che avevano già chiesto l’archiviazione al termine delle indagini (infatti Delmastro è finito a processo per imputazione coatta ordinata dal gip a luglio 2023) ritengono che non ci sia l’elemento soggettivo del reato, il ‘dolo’. Questo significa che per la Procura la violazione c’è sì stata, ma non si può stabilire con certezza che Delmastro abbia agito sapendo di fare una cosa proibita dalla legge, nello specifico di violare un segreto. Quando rivelò quelle informazioni coperte da segreto a Donzelli, quindi, potrebbe non essere stato consapevole che lo fossero.
I fatti risalgono al febbraio del 2023, quando in parlamento il deputato Giovanni Donzelli rivelò il contenuto di alcune conversazioni avvenute nel carcere di Sassari, durante l’ora d’aria, tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni detenuti di camorra e ‘ndrangheta, anche loro detenuti con il regime del carcere duro, il 41 bis. La cosa fece molto scalpore. A maggior ragione visto che arrivò nel bel mezzo del dibattito sulla fondatezza del 41 bis per Cospito, che da ottobre aveva iniziato un lungo sciopero della fame proprio per protestare contro le condizioni di carcere duro a cui era sottoposto (lo interruppe poi in aprile, quando la Consulta emise una sentenza possibilista sulla riduzione dell’entità della pena). Emerse abbastanza rapidamente il fatto queste informazioni segrete su Cospito, Donzelli, le avesse avute da Delmastro, titolare del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. E da lì partì l’inchiesta.
Al termine della quale, però, la Procura aveva deciso di chiedere l’archiviazione per il sottosegretario, ritenendo non sufficiente il quadro per sostenere l’elemento soggettivo del reato. Il gip però non era d’accordo e ordinò l’imputazione coatta. Oggi il pubblico ministero Paolo Ielo, al termine della requisitoria, ricordando la richiesta di archiviazione, ha detto: “Non ci spostiamo di un millimetro da qui”. Ha poi ribadito che la richiesta di assoluzione si basa sulla “mancanza dell’elemento soggettivo”,.
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