Roma, 12 mar. (askanews) – Sono la Sardegna e la Toscana le regioni italiane che potrebbero soffrire di più sul fronte dell’export agroalimentare a causa dei dazi imposti dal presidente americano Donald Trump, che dovrebbero partire dal 2 aprile prossimo. Questo perché alcuni prodotti simbolo di queste regioni sono esportati massicciamente negli Stati Uniti. È quanto emerge dall’analisi di Cia-Agricoltori Italiani, presentata stamattina alla X Conferenza economica a Roma, sulla base dei dati di Nomisma e dell’Ufficio studi confederale.
Nel dettaglio, la Regione più esposta ai nuovi dazi risulta essere la Sardegna, dove si produce oltre il 90% del Pecorino Romano Dop, il cui export agroalimentare finisce per il 49% negli Stati Uniti. E, giocoforza, ci finisce anche il 74% dell’export dei prodotti lattiero-caseari isolani.
Al secondo posto per maggior “esposizione” negli Usa figura la Toscana, che ha negli Stati Uniti la meta del 28% del proprio export agroalimentare, con l’olio in pole position con il 42% e i vini con il 33% delle relative esportazioni.
Ma negli Stati Uniti finisce anche il 58% dell’export di olio del Lazio, così come il 28% delle esportazioni di pasta e prodotti da forno abruzzesi e il 26% di quelle di vini campani. Insomma, considerando le diverse aree del Belpaese, sono le esportazioni agroalimentari del Centro e Sud Italia a “rischiare” di più con l’applicazione dei dazi di Trump, anche alla luce di relazioni consolidatesi negli anni con questo importante mercato spesso grazie alla domanda generata dalle comunità di italiani residenti negli Stati Uniti.
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