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Coldiretti: in 2023 record importazioni, da patate e grano

Primo PianoColdiretti: in 2023 record importazioni, da patate e grano

Record assoluto per grano. Un attacco all’agroalimentare italiano

Roma, 12 mar. (askanews) – Dalle patate egiziane al grano russo, il 2023 ha segnato per l’Italia il record storico degli arrivi di cibo importato, che hanno raggiunto quota 65 miliardi di euro, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Lo rende noto la Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero delle regioni italiane. Spesso, denuncia la Coldiretti, si tratta di prodotti provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori.

“Un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare dell’Italia favorito dalle follie europee che fanno calare la produzione agricola nazionale spingendo – sottolinea Coldiretti – il deficit alimentare del Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento” . Il prodotto simbolo di questa invasione è senza dubbio il grano. In Italia nel 2023 sono più che raddoppiate le importazioni di cereale dal Canada trattato con glifosato, secondo modalità vietate a livello nazionale, arrivate a un totale di oltre il miliardo di chili. Ma se il Paese dell’acero resta il primo fornitore, “la vera invasione che ha segnato il 2023 è quella di grano russo e turco aumentati rispettivamente del +1004% e del +812% secondo un’analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga. Un fenomeno mai registrato nella storia del nostro Paese, che ha fatto calare in maniera significativa le quotazioni del prodotto italiano”, spiega la confederazione agricola.

Aumentano anche gli arrivi di frutta e verdura dall’estero, in aumento del 14% in quantità ma con punte del 39% per le patate, con una vera e propria invasione di prodotto francese, tedesco ed egiziano, con quest’ultimo Paese che ha addirittura più che raddoppiato le importazioni in Italia.

Ma a pesare ci sono anche gli accordi commerciali agevolati, come quelli sul riso asiatico che viene coltivato utilizzando il triciclazolo, potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016, ma che entra in Italia grazie al dazio zero. O quello sulle lenticchie canadesi, anch’esse fatte seccare con il glifosato, che rappresentano i 2/3 del totale importato nel nostro Paese. Ci sono poi le arance egiziane, oggetto di notifiche dal Rassf, il sistema di allerta rapido dell’Ue, per la presenza di Clorpirifos un pesticida bandito nell’Unione Europea dal 2020; le nocciole turche su cui pesa anche l’accusa del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti di essere coltivate con lo sfruttamento del lavoro minorile; i limoni argentini coltivati usando pesticidi tra cui propiconazolo, vietato dal 2019. Senza dimenticare il concentrato di pomodoro cinese fatto grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici

“Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole – chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – Un primo passo dopo la nostra cibi su cui grava l’accusa di essere ottenuti dall’utilizzo del lavoro forzato, una moderna forma di schiavitù che riguarda oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui minori”.

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