Roma, 1 apr. (askanews) – La Guida agli Extravergini di Slow Food Italia compie 25 anni e debutta il 12 aprile ad Ascoli Piceno: per la prima volta sono fuori dalla Guida le aziende che attuano coltivazioni superintensive. Quest’anno 125 collaboratori in tutta l’Italia hanno recensito 823 aziende segnalando 1321 oli extravergini di qualità. Una annata all’insegna delle siccità che in alcune regioni è stata accompagnata da una pioggia autunnale persistente. Oltre al naturale andamento del raccolto e ad alcuni parassiti e insetti, anche quest’anno la crisi climatica sempre più evidente ha indirizzato il raccolto: in Italia, secondo le stime Ismea e Uniprol, è stato inferiore del 32% rispetto all’anno precedente, attestandosi intorno alle 220mila tonnellate.
Il no alla olivicoltura superintensiva, in molte nazioni indicata come la salvezza del settore, nasce da una riflessione: questa agricoltura, sostiene Slow Food, sembra nel breve periodo essere più produttiva, ma porta con sé molte criticità. Poco si adatta alla morfologia dell’Italia, ha bisogno di investimenti iniziali molto alti, comporta la coltivazione di pochissime varietà di olivo e un ciclo vitale della pianta molto breve con conseguente perdita di un patrimonio di cultivar autoctone e di olivi secolari. Inoltre, non si adatta alla crisi idrica, in quanto ha bisogno di molta irrigazione.
“Le nostre guide – osserva Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – non si limitano a valutare la bontà di un prodotto, ma a valorizzare il lavoro che ci sta dietro, le storie delle persone, il rispetto per l’ambiente e il sociale”.
Per la prima volta, inoltre, la Guida ospita la Slovenia con 8 aziende recensite, segno di una crescita qualitativa e quantitativa di questa nazione che Slow Food da anni monitora.