Evidente difficoltà delle imprese agricole nella loro tenuta competitiva
Confagricoltura, nel corso dell’audizione di ieri davanti alla Commissione paritetica di bilancio sul Def, ha sottolineato che le difficoltà di competitività delle imprese agricole sono evidenti per una serie di motivi, tra cui l’aumento dei costi. Secondo l’ISTAT, nell’anno 2023 la produzione agricola, al netto delle variazioni di prezzo, registra un meno 1,4% in volume e un ulteriore meno 2% in valore aggiunto ai prezzi base, e un meno 4,9% in unità di lavoro.
Le stime indicano che le variazioni del settore primario sono state più contenute rispetto al 2022, grazie alla progressiva attenuazione degli effetti della volatilità dei mercati internazionali dei prodotti agricoli ed energetici. Tuttavia, questa tendenza è stata fortemente influenzata da fattori climatici avversi che hanno colpito molte colture. Infatti, l’anno è stato negativo (-2,4% in volume).
A seguito di una proposta della Commissione Europea, che Confagricoltura interpreta con favore, il Governo ha deciso di presentare una versione semplificata del DEF senza quadro programmatico. Ciò consentirà di concentrarsi su problemi oggettivi che l’Italia deve affrontare e che condizioneranno le scelte di politica di bilancio dei prossimi anni.
“Sono necessari interventi che stimolino gli investimenti e l’aggregazione in modo rapido e mirato. In particolare, sono necessari incentivi per massimizzare il contributo delle banche nella realizzazione degli investimenti legati al PNRR. Rafforzare gli strumenti di garanzia pubblica a favore delle imprese per mitigare l’aumento dei tassi di interesse e facilitare l’intervento degli Istituti di credito”, ha detto Ausanio per Confagricoltura.
La Confederazione ha evidenziato due elementi fondamentali: incoraggiare il raggruppamento delle imprese agricole e agroalimentari attraverso le filiere, intese come reti di imprese. Ausanio ha continuato: “Vediamo la crescita delle agroenergie come lo strumento più efficace e un volano economico per raggiungere gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione nei vari settori produttivi”.
La produzione di elettricità e calore da prodotti agricoli e forestali e l’energia solare, nonché l’inclusione di combustibili e prodotti chimici derivati da prodotti agricoli e forestali nelle attività correlate, riconoscerebbero giustamente che le imprese agricole svolgono un ruolo sempre più decisivo nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili e contribuiscono in modo significativo alla transizione ecologica contro il cambiamento climatico.
“È necessario un chiarimento sulla tassazione del biogas e delle biomasse, come richiesto da tempo da Confagricoltura”, ha concluso Ausanio. Infine, la Confederazione si oppone in modo fermamente alla tassa sul trasferimento dei diritti di superficie introdotta nell’ultima legge finanziaria e, come misura correttiva, propone di escludere gli accordi preliminari conclusi prima del dicembre 2024 e di introdurre una tassa alternativa.
Ciro Di Pietro