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Dalla tecnocrazia al tecnofascismo di Elon Musk… futuro capro espiatorio

PoliticaDalla tecnocrazia al tecnofascismo di Elon Musk… futuro capro espiatorio

ROMA – Siamo di fronte alla sfida, forse mortale, al nostro sistema democratico per come lo conosciamo in Europa. Democrazia che, seppure in crisi da decenni e con tanti ‘acciacchi’, resta comunque incentrata su regole certe e norme di comportamento a favore di tutte le persone e non di pochi ‘lor signori’.

Il dibattito si è fatto incandescente soprattutto dopo la rielezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti, e l’incarico all’uomo più ricco del pianeta, Elon Musk, di riformare, meglio dire spazzare via, l’attuale burocrazia che governa la macchina statale americana.

Mettendo da parte i problemi che Musk sta già creando al suo Capo, che come ogni leader carismatico mal sopporta il suo iperattivismo e i suoi interventi anche contro i governi di altri paesi, bisogna capire se Musk agisce da solo o se non sia solo la maschera pubblica di un progetto più ambizioso: non solo cambiare la politica di questo o quel governo ma, senza tanti preamboli, ogni singolo uomo.

Per alcuni versi, viste anche le aperture di Musk a forze politiche dichiaratamente fascistoidi, lo spirito vitale di Musk il fascismo lo richiama.

LA SERIE TV

Lo abbiamo visto anche nella prima puntata della serie Sky su Mussolini, quando il Duce alle prime armi presentava il suo movimento come composto da spiriti liberi che rifiutano i vincoli dottrinari e organizzativi di un partito.

Il fascismo, urlava sbattendo i pugni sul tavolo, era forza pragmatica e antidogmatica, anticlericale e repubblicana; proponeva riforme istituzionali, economiche e sociali molto radicali. I fascisti disprezzavano il Parlamento, esaltavano l’attivismo delle minoranze, praticavano la violenza e la ‘politica della piazza’ per sostenere le rivendicazioni territoriali dell’Italia e combattere il bolscevismo. Con le dovute modifiche e aggiustamenti – con comunisti e socialisti soliti nemici sempre buoni- nell’attivismo di Musk e dei movimenti che supportano da sempre Trump troviamo molte similitudini.

IL FONDATORE DI PAY PAL

Studiando il personaggio Musk però, al di là della potenza che deriva dai miliardi di dollari, ci si accorge che manca qualcosa a livello di supporto ideologico. Anzi, lo vedremo in seguito, proprio Musk alla fine rischia seriamente di diventare il capro espiatorio, che servirà per pacificare la rabbia dei nuovi convertiti spianando la strada ad un potere di tipo nuovo. In molti hanno già segnalato un nome, Peter Thiel, anche lui stramiliardario e fondatore di Pay Pal che ha accumulato la sua fortuna speculando su altre cosucce come Airbnb, Spotify, Linkedin. 

Nel corso degli anni Thiel è stato sempre a fianco di Musk, a volte lo ha anche sostenuto economicamente, ma a differenza di questi non ama apparire, preferisce restare nell’ombra e da lì manovrare. Classe 1967, Thiel è sempre stato il primo a scuola, un genio in matematica si è laureato in filosofia all’Università di Stanford e poi in legge. Per qualche anno ha fatto pure l’avvocato ma ben presto si è stufato. Si è trasferito in California ed è cominciata la scalata. Narrano le cronache che Thiel ci tiene molto ad allungare la sua vita fino a 120 anni, ha una camera iperbarica, segue una dieta super particolare depurativa e si fa trasfusioni di ‘sangue giovane’.

Thiel è un libertario al quadrato, crede che ciascuno possa creare liberamente il proprio destino ma… ma anche che ognuno, per incapacità o pigrizia, possa rinunciare a farlo delegando il suo destino al ‘superuomo’ di turno. Qui torniamo al primo amore di Thiel, la filosofia. Uno dei suoi punti di riferimento all’Università di Stanford è il  filosofo francese René Girard, morto lo scorso novembre a 91 anni, ‘inventore’ e sostenitore della teoria chiamata ‘desiderio mimetico’.

Tradotto per noi semplici mortali: le persone sono in fondo delle pecore, e si copiano l’un l’altro senza riflettere. L’oggetto desiderato alla fine è irrilevante, gli esseri umani tenderanno sempre a muoversi in branco e a desiderare non questa o quella cosa ma soltanto a somigliare a chi è già padrone dell’oggetto desiderato. Il mimetismo non ha limiti, può contagiare tutti e, allo stesso tempo, crescendo l’invidia l’uno verso l’altro può anche degenerare in violenza estrema.

In questo caso limite, a livello teorico, la soluzione potrebbe essere quella classica di ricorrere al capro espiatorio (Musk?), l’agnello da sacrificare per pacificare gli animi e così affermare il nuovo dominio.  Thiel è iscritto al Partito Repubblicano e negli anni ha sborsato fior di milioni per sostenere candidati di destra, ormai è figura influente tanto che nel giro di Trump qualcuno già lo definisce il Presidente ombra.
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