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Dazi, Consorzio Vino Chianti a governo: rischiamo blocco esportazioni

AttualitàDazi, Consorzio Vino Chianti a governo: rischiamo blocco esportazioni

Milano, 21 mar. (askanews) – “Un dazio del 200% sulle esportazioni di vino negli Stati Uniti significherebbe il blocco totale delle vendite Oltreoceano e metterebbe in ginocchio le aziende produttrici, che con i magazzini pieni sarebbero costrette a fermare la produzione e a ricorrere alla cassa integrazione per i dipendenti”. A scriverlo è il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi in una lettera indirizzata ai ministri Francesco Lollobrigida, Antonio Tajani e Adolfo Urso, in merito ai dazi sulle bevande alcoliche europee che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato di voler introdurre.

“La nostra Denominazione esporta ogni anno negli Usa circa il 25% della produzione” ricorda Busi nella sua missiva, aggiungendo che “il Chianti è stato tra i primi vini italiani a varcare l’oceano e negli anni ha consolidato una presenza stabile sul mercato americano. Se questo dazio venisse applicato, i nostri produttori non sarebbero più in grado di competere e il danno sarebbe incalcolabile”.

Il presidente sottolinea quindi le difficoltà che stanno già vivendo i produttori a causa delle condizioni climatiche e delle conseguenze delle guerre e tensioni geopolitiche, sottolineando che un ulteriore colpo come questo potrebbe essere insostenibile. “Quest’anno – prosegue Busi – la produzione è tornata ai livelli standard, permettendoci di iniziare a recuperare terreno dopo anni difficili, ma se le nostre cantine resteranno piene per l’impossibilità di vendere negli Usa, la vendemmia 2025 sarà seriamente compromessa: senza spazio per il nuovo vino, molti produttori non potranno raccogliere l’uva a settembre”.

Di fronte a questo scenario, il Consorzio Vino Chianti chiede un intervento immediato del governo italiano e dell’Unione Europea per scongiurare l’introduzione dei dazi e avviare un dialogo con le autorità statunitensi. “È fondamentale che le nostre istituzioni si attivino subito – conclude Busi – per tutelare un settore che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un pilastro della nostra economia”.

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