Milano, 20 mar. (askanews) – “Se i dazi annunciati da Trump venissero applicati al settore vinicolo, potremmo dimenticarci del mercato statunitense che rappresenta il 27% delle nostre esportazioni, un volume che non sapremmo collocare altrove. Abbiamo quindi assolutamente bisogno del sostegno politico dei membri del Parlamento europeo, della Commissione e delle autorità nazionali per superare questa crisi e negoziare una soluzione. Perché se chiudiamo il mercato degli Stati Uniti, il nostro settore è finito. Inoltre, dobbiamo difendere il vino da coloro che non rispettano la sua cultura, considerandolo un prodotto pericoloso. Abbiamo bisogno di Paesi capaci di proteggere il valore del vino, perché il vino è moderazione, il vino è cultura. L’Italia è un esempio in questo senso: eventi come Vinitaly possono davvero mostrare tutto ciò che il vino ha da offrire alla società. Per ultimo il vino è anche business. Ed è per questo che l’Europa e gli Stati membri devono continuare a difenderlo. Solo nell’Unione Europea, il settore vinicolo dà lavoro a 3 milioni di persone e genera un giro d’affari di 150 miliardi di euro. Ci sono molti territori in cui non esistono alternative economiche. E senza eventi come Vinitaly, le nostre imprese non potrebbero raggiungere il mondo, trasmettere il valore del vino né proteggere il proprio business”. Lo ha affermato Ignacio Sanchez, segretario generale del Comitato europeo delle aziende vitivinicole (Ceev) intervenendo ieri sera all’evento politico-istituzionale a Bruxelles, nell’ambito di “Vinitaly Preview”, organizzato da Veronafiere presso l’Ambasciata d’Italia in Belgio, in vista del 57esimo Salone internazionale dei vini e distillati a Verona dal 6 al 9 aprile.