Roma, 19 mar. (askanews) – Oltre 9 ostriche su 10 consumate in Italia provengono dall’estero, nonostante l’Italia, con i suoi oltre 7.000 chilometri di costa, possa contendere alla Francia il primato nella produzione di questo pregiato mollusco, sviluppando un mercato dal potenziale economico superiore ai 60 milioni di euro.
A sostenerlo è Confcooperative Fedagripesca, che nel corso di un’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha ribadito la necessità di ridurre l’Iva sulle ostriche dall’attuale 22% al 10%, per rilanciare la competitività dell’ostricoltura italiana rispetto ai produttori europei, che già beneficiano di un’aliquota massima del 10%.
Il mercato delle ostriche ha infatti grandi potenzialità e un alto valore commerciale. Le ostriche, infatti, rappresentano il 30% dei molluschi bivalvi allevati nel mondo, ma sono anche il simbolo di una produzione due volte green. “La produzione di ostriche – ha sottolineato Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca – è altamente sostenibile non solo per il suo impatto ambientale quasi zero ma perché le ostriche per formare i loro gusci di carbonato di calcio, catturano CO2 dall’acqua”.
“Con 1 chilogrammo di ostriche si sottrae all’ambiente fino a 500 grammi di CO2. Questo processo non solo mitiga l’acidificazione degli oceani – ha concluso Tiozzo – ma rende l’ostricoltura un vero e proprio strumento di contrasto ai cambiamenti climatici”.