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FOTO | VIDEO | ‘No’ all’inceneritore di Santa Palomba, a Roma maxi manifestazione (e c’è pure una bara)

PoliticaFOTO | VIDEO | ‘No’ all’inceneritore di Santa Palomba, a Roma maxi manifestazione (e c’è pure una bara)

ROMA – “Gualtieri stiamo arrivando!”: lo gridano le centinaia di persone che imboccano la scalinata del Campidoglio: lo hanno detto e lo hanno fatto. Migliaia di cittadini sotto la statua di Marcaurelio hanno dichiarato questo pomeriggio guerra all’attuale sindaco a partire dal no all’inceneritore di Santa Palomba, che dovrà raccogliere 600mila tonnellate di rifiuti annui. Denunciando “razzismo ambientale”, e chiedendo di “eliminare i poteri commissariali”, i dimostranti hanno portato in piazza anche una bara con una corona che recita: “In onore dei 250 morti di Malagrotta”. Ai lati, tre figure travestite da “morte”, con la falce in mano, e poi subito sotto un fotomontaggio che pone il volto di Roberto Gualtieri in una delle più note immagini di Benito Mussolini.

“A Gualtieri diciamo: siamo la polvere che volevi nascondere sotto il tappeto: questo inceneritore non ci serve”, gridano i membri del corteo ‘Nessuna indulgenza per Gualtieri’, indetto dall’Unione dei comitati contro l’inceneritore, l’Unione dei comitati contro il biodigestore di Casal Selce, fino al comitato per la delibera sui beni comuni, l’Usb, Potere al popolo, il movimento Ecoresistenze, Arciroma, che rappresenta il coordinamento Sì parco, Sì ospedale, No stadio, il movimento per il diritto all’abitare Asia, i Giuristi democratici, Fridayforfuture, il collettivo No porto, Baia dal collare contro il raddoppio del Peschiera, il comitato del pratone di Torre Spaccata, l’Associazione dei consumatori di base, Il comitato contro il corridoio Roma Latina, il coordinamento regionale della sanità.

“Non vogliamo l’inceneritore perché questo impianto trasforma il rifiuto in un altro rifiuto” spiega all’agenzia Dire Giuseppe Galluzzi, voce di primo piano del Coordinamento contro l’inceneritore. “Produrrà 150mila tonnellate di scorie- continua l’attivista- ossia ceneri pesanti, insieme ad altre decine di migliaia di tonnellate di ceneri leggere che avranno bisogno di stoccaggio e ciò comporterà almeno altre due discariche”. Un impianto che per il Coordinamento è “impattante perché prevede camini alti 85 metri, che immetteranno nell’ambiente centinaia di migliaia di tonnellate di anidride carbonica, e centinaia di tonnellate di ossido di zolfo e ossido di azoto”. Inoltre, continua Galluzzi, “consumerà quantità di acqua, che ci dicono sia poca, ma bisogna pensare che la zona soffre di carenza perché c’è un problema idrogeologico pesantissimo. In teoria poi non si potrebbero fare emulsioni in quel territorio e invece saranno fatte perché- osserva ironicamente Galluzzi- l’opera è di eccezionale interesse pubblico”.

Insomma, “dalla chiusura di Malagrotta nel 2013 questo Comune non ha fatto nulla per andare verso raccolta differenziata e riciclo e questo è un modo barbaro di gestire i rifiuti”. A ciò si aggiungono i timori per la salute, per via delle emissioni di metano e altre sostanze: “l’impianto sarà collocato a 700 metri dalla discarica chiusa dopo quarant’anni di attività nel 2023 che ha già determinato danni alle falde, visto che l’incidenza tumorale rilevata nelle zone circostanti è decisamente superiore alle medie regionali. Basta vedere- conclude- quello che accade a Brescia e Acerra”, sedi di altri due termovalorizzatori.
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