(DIRE) Bologna, 21 gen. – “La separazione delle carriere fra la magistratura giudicante e quella requirente è una storica rivendicazione dell’avvocatura e Anf ribadisce il proprio favore alla sua attuazione. Tuttavia, il disegno di legge costituzionale approvato in prima lettura della Camera dei Deputati intervienesulla struttura, le funzioni e il sistema di composizione del Csm, realizzando uno stravolgimento non necessario e che appare preoccupate sotto molteplici profili”. Lo dichiara Giampaolo di Marco, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense (ANF), parlando con la Dire.
“Il principio di autonomia e indipendenza della magistratura, sia giudicante sia requirente, è un cardine irrinunciabile del nostro ordinamento democratico. Per questo motivo, non convince la proposta di adottare il metodo del sorteggio per la composizione degli organi di autogoverno della magistratura”,prosegue Di Marco. “Sebbene sia doveroso creare percorsi di carriera distinti per giudici e pubblici ministeri, questo deve essere fatto preservando e rafforzando un autogoverno elettivo della magistratura e la piena autonomia e indipendenza di tutti i magistrati, sia giudicanti sia requirenti”, è il ragionamento del segretario generale dell’Associazione.”Anf auspica che si apra una fase di riflessione che coinvolga tutti gli attori in campo e parta da un confronto equilibrato con la magistratura e l’avvocatura, al fine di individuare soluzioni condivise per la migliore attuazione dei principi costituzionali di terzietà del giudice e di giusto processo, rinunciando aforzature e fughe in avanti, in una materia delicatissima”, conclude.
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