Il direttore Luigi Fassi ci presenta la 31esima edizione
Torino, 20 lug. (askanews) – Una fiera di arte contemporanea che vive all’interno del movimento e che si caratterizza per la profonda consapevolezza del valore culturale che si affianca a quello commerciale. La 31esima edizione di Artissima, che si terrà a Torino dall’1 al 3 novembre, ci è stata raccontata, nella sua costruzione, dal direttore Luigi Fassi. “Quest’anno abbiamo 189 gallerie partecipanti, provenienti da 34 Paesi e quattro continenti – ha detto ad askanews – quindi c’è più che mai il dato ormai tradizionale degli ultimi anni, una partecipazione estremamente diffusa, capillare in termini geografici, geopolitici per quanto riguarda la provenienza delle gallerie e quindi la capacità della fiera di raccontare davvero l’emergenza dell’arte contemporanea nel modo più ampio”.
Le nuove geografie sono ospiti di Artissima, in particolare attraverso due aree dedicate al Sud America e all’Est Europa, ma tra le caratteristiche del 2024 c’è anche una tipologia diversa di proposte dei galleristi. “Ci sono diversi elementi interessanti all’interno del dato meramente numerico delle 189 gallerie partecipanti – ha aggiunto il direttore -. Penso ad esempio a come quest’anno vi siano 66 presentazioni di solo show all’interno della fiera. Quindi un terzo delle gallerie hanno scelto la modalità del solo show, della mostra personale. E questo sottolinea un po’ come artissima è volano di contenuti, una fiera che appunto, entrata nel quarto decennio, sa di poter offrire al proprio pubblico un’attenzione particolare sui contenuti. E questo è proprio ciò che i collezioni si continuano a chiedere”.
Luigi Fassi è un curatore colto e brillante e si percepisce, ascoltandolo, il modo in cui la sua visione della fiera come istituzione culturale prende forma passo dopo passo, cercando di aprire nuove strade e possibilità. “Questa è la parola che rimane, a mio avviso, centrale anche quest’anno: la scoperta – ci ha detto ancora – cioè il venire a Torino in fiera e incontrare gallerie che si possono incontrare solo in quella circostanza, almeno in Italia. E quindi raccontano qualche cosa che è in continua evoluzione magmatica, l’emergenza di nuovi artisti, di nuove gallerie, quindi la possibilità per i collezioni di davvero investire molto tempo in questo”.
Intitolata “The Era of Daydreaming”, l’era del sogno a occhi aperti, l’edizione 2024 di Artissima spinge ulteriormente in avanti anche il modo in cui la fiera pensa se stessa. “Sognare occhi aperti – ha concluso Luigi Fassi – lo si fa attraverso immagini, sognando persone, non cose, ma relazioni. Quindi è una riprogettazione di noi stessi attraverso un esercizio di riprogettazione della comunità, delle relazioni personali nel quale siamo immersi, che possono trovare nuove configurazioni evolutive nell’immediato futuro. Quindi è un pensiero, ci insegnano i ricercatori contemporanei, fortemente creativo”.
Un pensiero che, pur all’interno di un grande evento di mercato, sa contenere elementi di mistero, di irrisolto e di incerto. Qui, a nostro parere, Artissima prova a vincere la sua partita e a definire uno standard. (Leonardo Merlini)