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Il vero obiettivo di Trump? “Non sono le ‘terre rare’, ma un nuovo ordine mondiale”

PoliticaIl vero obiettivo di Trump? “Non sono le ‘terre rare’, ma un nuovo ordine mondiale”

ROMA – Le premesse erano queste: “Zelensky deve firmare”. Quel “comico mediocre”, “dittatore fallito e senza consenso”. Un “mendicante che viene qui col cappello in mano”.

Chi, tra i leader mondiali, avrebbe stretto la mano all’autore di questa serie clamorosa di epiteti offensivi rivolti al proprio indirizzo? Zelensky l’ha fatto.

Si è presentato a Washington per discutere i termini di un accordo economico che avrebbe permesso agli Stati Uniti “di essere risarciti per le spese sostenute a sostegno del popolo ucraino”.

Mettendo le mani sulle risorse preziose del Paese da tre anni coinvolto in un conflitto che ha provocato oltre 300mila vittime ucraine.

SONO DAVVERO LE ‘TERRE RARE’ L’OBIETTIVO DI TRUMP?

Il patto che i due capi di Stato avrebbero dovuto firmare prevedeva la collaborazione tra Washington e Kiev per lo sfruttamento delle risorse naturali ucraine. Un accordo rimasto chiaramente senza firma.

L’atteggiamento di Trump e del suo vice Vance ha mostrato chiaramente come le risorse minerarie ucraine non siano mai state una sua priorità assoluta, bensì uno strumento all’interno di una più ampia strategia geopolitica.

L’ASSE USA-CINA-RUSSIA

David Sanger sulle pagine del New York Times osserva che Trump non considera la guerra in Ucraina una questione prioritaria per la sicurezza americana e vede Kiev come un ostacolo alla sua visione di un nuovo ordine mondiale.

Il Presidente americano vuole spostare l’attenzione dagli impegni con le tradizionali alleanze occidentali verso un sistema basato su negoziati diretti tra Stati Uniti, Russia e Cina, riducendo il peso di alleati storici come l’Europa.

“Il Segretario di Stato Marco Rubio – scrive Sanger – , un tempo difensore dell’Ucraina e della sua sovranità territoriale, ora convertito alle manovre di potere di Trump, ha chiarito in un’intervista a Breitbart News che era giunto il momento di andare oltre la guerra per stabilire una relazione triangolare tra Stati Uniti, Russia e Cina.

“Avremo dei disaccordi con i russi, ma dobbiamo avere una relazione con entrambi”, ha detto Rubio. Ha evitato con cura qualsiasi formulazione che suggerisse, come ha spesso detto da senatore, che la Russia fosse l’aggressore, o che ci fosse il rischio che, se non fosse stata punita per il suo attacco all’Ucraina, avrebbe potuto prendere di mira una nazione della NATO”.

L’ASSE USA-CINA-RUSSIA

A chiarire ancora meglio questa lettura il politologo Ian Bremmer, presidente del think tank Eurasia Group, in un’intervista al Corriere della Sera: “Dopo che gli Stati Uniti hanno appoggiato per tre anni la resistenza degli ucraini, ora Trump dice apertamente di non essere dalla parte di Kiev. Si colloca a metà strada tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Ma in realtà Trump non sta solo cercando di chiudere un accordo di pace in Ucraina: vuole costruire un solido rapporto di collaborazione con la Russia. Siamo, quindi, davanti a più strappi. È una rottura che può diventare decisiva tra Stati Uniti e Ucraina; è una rottura tra Usa ed Europa ed è anche una rottura interna all’America, visto che i parlamentari democratici e repubblicani sono favorevoli a sostenere Zelensky e a mantenere vitale l’alleanza transatlantica”.

LE ‘TERRE RARE’

“O fai un accordo o noi ci tiriamo fuori, te la dovrai vedere da solo e non credo sarà una bella cosa”.

L’accordo riguardava in particolare lo sviluppo congiunto delle ‘terre rare’, un settore in cui l’Ucraina gioca un ruolo chiave.

Il Paese possiede importanti giacimenti di minerali critici, fondamentali per la produzione di componenti elettronici, batterie e tecnologie avanzate.

Secondo Mykhailov Volodymyr, esperto di minerali e capo del dipartimento di geologia dell’Università Taras Shevchenko di Kiev, intervistato sempre dal Corriere della Sera, “le miniere ucraine sotterranee o a cielo aperto iniziarono a essere attive in modo massiccio dagli anni Venti del Novecento sotto il regime sovietico. Allora vennero fatte ricerche e mappature sistematiche e si stimò che i nostri metalli preziosi, le terre rare, ammontassero potenzialmente a 2,2 milioni di tonnellate. Non poco, ma neppure tantissimo. Per fare un paragone: quelle russe all’interno dei confini attuali vennero valutate a 27,7 milioni”.

E L’EUROPA?

La domanda delle domande è questa: mentre prende forma questo nuovo ordine mondiale, l’Unione europea da che parte sceglie di stare? Confermerà il blocco atlantico cercando di seguire la linea del neo Presidente degli Stati Uniti o continuerà a difendere gli interessi “del Paese aggredito”?
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