Crescono servizi di supporto alle imprese, attività professionali e finanziarie
Prosegue il percorso di normalizzazione delle registrazioni delle imprese italiane dopo la pandemia: tra gennaio e marzo, il saldo tra aperture e chiusure di attività economiche è stato di -10.951 unità, superiore a quello dello stesso trimestre degli ultimi tre anni, ma ancora ben al di sotto della media degli ultimi dieci anni (-14.000 imprese).
Le entrate e le uscite del trimestre riflettono, da un lato, un’accelerazione delle cancellazioni (117.832, +7,9% a/a) e, dall’altro, un moderato aumento delle iscrizioni (106.881, +5% a/a). Nel complesso, sia le aperture che le chiusure sono inferiori alla media pre-pandemia. Questo secondo dati Unioncamere.
Nel valutare i dati del I trimestre, è importante notare che storicamente in questo periodo dell’anno si registrano spesso saldi negativi, soprattutto a causa della concentrazione delle chiusure di attività a fine anno. Si tratta di un fenomeno tecnico-amministrativo che interessa anche gli archivi camerali nelle prime settimane del nuovo anno e che influenza i dati del primo trimestre.
Il calo di inizio anno riguarda soprattutto le ditte individuali, che diminuiscono di 15.755 unità rispetto a fine dicembre (-0,52%). Il calo delle società di persone, pari a 6.352 unità, non è così consistente in termini assoluti, ma in termini relativi è maggiore di quello delle ditte individuali (-0,74%). Anche se non così pronunciato come nell’anno precedente, le società di capitali sono tornate in positivo e sono aumentate di 12.112 unità nel periodo gennaio-marzo (+0,65%).
Nel primo trimestre 2024, diversi settori hanno registrato una crescita significativa, mentre altri sono diminuiti. Le attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.699 imprese, +1,09% di variazione rispetto a dicembre 2023), insieme alle attività finanziarie (+694 imprese, +0,51%) e ai servizi di noleggio e assistenza alle imprese (+935 imprese, +0,43%), si sono distinte per l’aumento del numero di imprese.
Al contrario, si è registrata una diminuzione del numero di imprese nel commercio (-9.998 imprese, -0,71%), nell’agricoltura (-6.010 imprese, -0,85%) e nel settore manifatturiero (-3.123 imprese, -0,61%). Ciò evidenzia le particolari sfide affrontate da questi settori, forse a causa del cambiamento delle preferenze dei consumatori, delle politiche agricole e, più in generale, dell’impatto delle fluttuazioni economiche globali.
Per regione, tutti e quattro i principali macrosettori hanno registrato una bilancia dei pagamenti negativa, ma il saldo negativo più basso del trimestre è stato registrato nelle regione centrali (-0,11% rispetto al -0,18% medio), mentre il Sud e le Isole hanno tenuto bene rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,15% l’anno scorso rispetto al -0,16%). A livello regionale, solo il Lazio e la Basilicata hanno registrato un dato positivo, rispettivamente di 993 e 32 imprese. Al contrario, Piemonte (-1.934 imprese) e Veneto (-1.518 imprese) hanno registrato i maggiori cali in termini assoluti.
Ciro Di Pietro
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