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In Italia dal 2016 persi 166mila ettari coltivati a mais

AttualitàIn Italia dal 2016 persi 166mila ettari coltivati a mais

Nel Mantovano produzione mais -10% nel 2024, comparto in crisi

Roma, 13 feb. (askanews) – Dal 2016 al 2024 si sono persi in Italia 166mila ettari coltivati a mais e 2 milioni di tonnellate di prodotto, con la Lombardia e Mantova in netta decrescita (nell’ultimo anno rispettivamente -16% e -9,9% tonnellate). E la la copertura del fabbisogno nazionale è passata dal 56% a soltanto il 43%. E’ quanto emerge dalle analisi del centro di ricerca sull’agroalimentare Clal, che ha fotografato la tendenza degli ultimi 8 anni. Allarmante la situazione nella provincia di Mantova, dove nel 2024 è diminuito del 10% il quantitativo di mais prodotto rispetto all’anno precedente. Una coltura in stato di emergenza, quella del granoturco, con redditi sempre più risicati e vittima di aumento dei costi di produzione, cambiamento climatico, concorrenza estera e patologie delle piante. I dati sono stati analizzati nel corso del convegno di Confagricoltura Mantova, dal titolo “Mais, una coltura in via d’estinzione: strategie per il rilancio”, svoltosi il 12 febbraio scorso.

“Una coltura assolutamente in sofferenza – ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Mantova Manuel Lugli – Ma anche fondamentale per l’equilibrio agronomico e zootecnico della Pianura Padana e per le esportazioni del Made in Italy. Bisogna trovare le soluzioni per migliorare la redditività delle imprese agricole”.

Quindi, le strategie per arginare la crisi e dare prospettive a una coltura definita insostituibile. “Stiamo entrando in una fase di forti cambiamenti sulla genetica – ha spiegato il docente di Agronomia dell’Università di Torino Amedeo Reyneri – Avremo nuovi ibridi di mais, in grado di sopportare molto meglio temporali e colpi di vento e, in parte, grandine. Questo ci dà un’arma in più per rispondere al preoccupante cambiamento climatico. Inoltre, la tecnologia avanza: abbiamo prodotti studiati per il settore maidicolo in grado di stimolare la pianta e farle superare gli stress, agromeccanica ed elettronica ci consente di seminare in modo più fitto e l’agricoltura di precisione, in futuro, ci permetterà di produrre di più e sopportare meglio gli eventi climatici estremi”.

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