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La Cassazione: “La valutazione dei Paesi sicuri spetta ai ministri”

PoliticaLa Cassazione: “La valutazione dei Paesi sicuri spetta ai ministri”

ROMA – La Corte di Cassazione ha ribadito con un’ordinanza interlocutoria che la designazione di un Paese di origine sicuro è una prerogativa esclusiva del Governo, nello specifico del Ministro degli Affari Esteri e degli altri Ministri competenti.

Tuttavia, spetta al giudice valutare caso per caso se il Paese designato sia effettivamente sicuro per il richiedente, considerando eventuali situazioni personali specifiche che possano escludere l’applicabilità delle procedure accelerate di frontiera.

IL RUOLO DEI GIUDICI

Secondo la Cassazione, il giudice non può sostituirsi al Governo nella designazione generale dei Paesi sicuri, ma ha il compito di verificare che tale designazione non sia manifestamente irragionevole o in contrasto con le normative europee.

La Corte ha inoltre ribadito che il trattenimento di un migrante non può essere applicato se vengono accertati “gravi motivi” che rendano il Paese di origine insicuro per il richiedente.

LE REAZIONI POLITICHE

La decisione ha trovato il plauso del Governo e della maggioranza. Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha dichiarato:

“Finalmente con il deposito dell’ordinanza auspichiamo di mettere a tacere le chiacchiere della sinistra che a lungo ha speculato sull’unico modello mai pensato ed ideato per la gestione dei flussi migratori.”

Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, ha aggiunto:

“La Cassazione ribadisce in maniera netta che la competenza sulla decisione di quando un Paese è o non è sicuro spetta in via esclusiva al governo.”

Nicola Molteni, sottosegretario al Ministero dell’Interno, ha evidenziato come la sentenza confermi la validità delle politiche del Governo, che hanno portato a risultati concreti:

riduzione del 58% degli sbarchi grazie al blocco delle partenze; incremento del 20% nei rimpatri rispetto al 2023; cooperazione rafforzata con i Paesi Terzi e normative più severe su accoglienza e ricongiungimenti familiari.

MAGI (+EUROPA): “COMPITO DEL GIUDICE VERIFICARE COMPATIBILITA’ CON NORME UE”

Dall’opposizione è arrivato un commento critico da parte del segretario di Più Europa, Riccardo Magi, che ha contestato l’interpretazione festosa del governo:

“La destra festeggia ma la Cassazione afferma ciò che è sempre stato chiaro e che governo e maggioranza hanno sempre negato: nessuno ha mai voluto privare il potere politico di stilare la lista dei Paesi sicuri, ma sta al giudice di verificare che un Paese sia effettivamente sicuro e che la decisione del governo non sia in contrasto con le norme Ue.”

Magi ha inoltre criticato l’approccio del Governo Meloni sui centri di detenzione per migranti in Albania:

“Il governo italiano continua a mantenere i centri di detenzione per migranti in Albania, ormai cattedrali nel deserto a spese dei contribuenti. La farsa continua.”

LA PALLA PASSA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

In attesa della pronuncia della Corte di Giustizia Europea, prevista per il 25 febbraio 2025, il dibattito sulle politiche migratorie italiane resta acceso. L’ordinanza della Cassazione ha consolidato il principio secondo cui il Governo ha la responsabilità esclusiva nella designazione dei Paesi sicuri, ma ha ribadito anche il ruolo essenziale del giudice nella tutela dei diritti individuali. Le posizioni politiche restano fortemente divergenti, mentre il futuro delle politiche migratorie italiane attende ulteriori sviluppi a livello europeo.
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