Macron? “Ha posto una domanda molto ragionevole”
Milano, 12 mar. (askanews) – “Credo che anche la Polonia non abbia reagito bene alla domanda del presidente Emmanuel Macron, che gli chiedeva se fossimo pronti, come NATO, a partecipare alla guerra in Ucraina”. Lo ha detto l’ex presidente polacco Bronislaw Komorowski in un’intervista a RMF FM. “Il presidente francese ha ricevuto una risposta negativa. E ha posto una domanda molto ragionevole: se diciamo che in Ucraina si combatte per la libertà europea, siamo capaci di impegnarci di più in questa guerra? Si poteva rispondere che che queste cose non le pianifichiamo, ma dipende da come si sviluppano gli eventi. Vladimir Putin deve essere spaventato, non calmato”, ha aggiunto Komorowski.
Di Ucraina si parla molto in queste ore a Varsavia, dopo che le parole di Macron ma anche quelle di Papa Francesco, da due punti di vista diversi, hanno scatenato forti polemiche. Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha fatto discutere sulla presenza di non meglio specificati militari della Nato in Ucraina. E sempre Sikorski in riferimento alle parole del Papa – secondo il quale “è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare” – aveva replicato: “E forse, per equilibrio, magari incoraggiare Putin ad avere il coraggio di ritirare il suo esercito dall’Ucraina? La pace arriverebbe immediatamente, senza bisogno di negoziati”. Sikorski lo ha scritto su X, postando il video del Papa in questione e scatenando una serie di commenti infuocati.
Ma ancora più divisive per l’opinione pubblica polacca appaiono le meno recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron che ha dichiarato che non si può escludere la possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina per rafforzarla nella lotta contro la Russia. Nonostante le reazioni degli alleati, in particolare della Germania, che indicano notevole preoccupazione, Macron è sembrato restare fedele a questa narrazione negli ultimi giorni, sostenendo che ora è il momento “in cui non è appropriato essere un codardo”.Il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu, tuttavia, ha affermato che la confusione causata dalle dichiarazioni di Macron dopo una conferenza degli alleati europei dell’Ucraina il 26 febbraio è dovuta al fatto che sono state “prese fuori contesto”. Mentre oggi è il cardinale Pietro Parolin, 69 anni, Segretario di Stato vaticano a precisare sul Corriere della Sera, che le parole di Bergoglio – che nel Paese di Papa Wojtyla hanno tanto sconvolto l’opinione pubblica – che la “prima condizione” sia di “mettere fine all’aggressione” e a cessare il fuoco debbano essere “innanzitutto gli aggressori”, cioè Mosca.
Ma sulle riflessioni di Macron in merito alla codardia non è mancata la dialettica distopica dell’ex presidente russo Dmitri Medvedev, che ha dato – usando la lingua francese – del “cacasotto” al capo dell’Eliseo, lasciando intendere che avrebbe paura ad andare a Kiev e rivelando ancora una volta la distanza siderale dal linguaggio della diplomazia e di qualsiasi negoziato. (di Cristina Giuliano)