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“Liberi. Finalmente.” Esce oggi il secondo album dei Segni Distintivi

Autoprodotti"Liberi. Finalmente." Esce oggi il secondo album dei Segni Distintivi

Amore, mafia, femminicidio, omofobia e tradimento i temi trattati negli otto brani, dalle sonorità rock, del duo di poliziotti cantautori

“Liberi. Finalmente.” E’ questo il titolo del secondo album dei “Segni Distintivi” il duo di poliziotti – cantautori, composto dal salernitano Angelo Forni e dal romano Fabio Sgrò, che tornano sulla scena musicale a 4 anni di distanza dall’uscita del loro primo album “Verso un porto migliore”.

8 in tutto i brani contenuti nell’album, tra questi 7 inediti e un unico brano che i poliziotti – cantautori avevano lanciato come singolo nell’estate 2021.

Si parte dall’inedito “Ho visto te”, brano dedicato ad un amore ritrovato e finalmente riconquistato, per poi passare “Al cacciatore di telline” brano satirico dedicato all’uomo medio che si lascia stregare dal “capitano” di turno. Terzo brano dell’album, “Desdemona non torna” vuole essere un inno alle donne, troppe volte vittime di una mentalità ottusa e maschilista che purtroppo non è cambiata con gli anni.

Si passa poi al “Luce dall’abisso”, canzone romantica, che racconta di una notte d’amore, con la donna che si sogna essere la compagna della vita, il per sempre che dirà.

Si arriva poi all’unico brano edito, “Ci vorrebbe un reggae”, lanciato come singolo, nell’estate del 2021, quando finalmente l’incubo Covid era ormai diventato solo un ricordo, non ancora lontano, ma comunque ricordo. Richiamando il genere musicale giamaicano, il brano cerca di raccontare, in pieno stile dei Segni Distintivi, ciò che abbiamo vissuto e visto. E così si passa dagli assembramenti vietati, alla nuova resistenza che ha visto per una volta uniti nel dolore e nella speranza il nord e il sud, passando per l’uso o non delle mascherine e la mancanza di respiro dovuta al troppo caldo o forse al ginocchio di “uno stronzo” sul collo, fino ad arrivare al distanziamento fisico e a quello sociale.

Sesto brano “La voce fuori dal coro”, un rock politico, un inno alla libertà, al sentirsi libero per cambiare il futuro, dedicato, senza mai citare i loro nomi, a uomini e donne che hanno lottato contro i tanti mali del nostro paese, dedicato a tutti coloro che pur “sapendo di essere solo un morto che cammina ha continuato a combattere morendo una volta sola”, a coloro che “sono solo vittime del dovere”, e a chi “è stato perseguitato per le sue idee”.

Penultimo brano dell’album “Tappeto rosso e pugnale” brano ermetico, con chiari riferimenti all’omofobia e alla pedofilia ed in particolare a coloro che ti stendono davanti un tappeto rosso, ma poi sono pronti a pugnalarti alle spalle.

Chiude l’album, “Sfruttando il brivido”, brano orchestrale, che parla di un amore proibito e che i protagonisti sono “liberi finalmente” di vivere solo nei sogni. Tutti i brani sono stati scritti e cantati da Angelo Forni, con le musiche di Fabio Sgrò (al basso), hanno collaborato alle percussioni Davide Cantarella, alla chitarra elettrica Carlo Fimiani, alle tastiere e all’arrangiamento Pasquale Faggiano, al sassofono Jerry Popolo, Carlo Salentino alla batteria, ai cori Ivana Giugliano. “Liberi. Finalmente” disponibile da oggi, su tutte le piattaforme per lo streaming e da dove è possibile scaricare tutti i brani.

Segni Distintivi (Fabio Sgrò e Angelo Forni)

IL LINK DEL VIDEO DEL BRANO “CI VORREBBE UN REGGAE”

https://www.youtube.com/watch?si=UcBdhvtFxvE1-Qjt&v=1EBB4R4Byms&feature=youtu.be

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