Dal 20 febbraio il film su proteste delle donne e violenza del regime
Roma, 22 gen. (askanews) – L’Iran secondo Rasoulof, il regista dissidente a Roma per “Il seme del fico sacro” Il film sulle proteste delle donne e violenze del regime in sala dal 20 febbraio Il regista iraniano Mohammad Rasoulof nel carcere di Evin dove è stata imprigionata Cecilia Sala è stata rinchiuso per sette mesi, e lo scorso anno è stato condannato a otto anni di carcere con l’accusa di commettere, attraverso i suoi film, “un crimine contro la sicurezza del Paese”. Nel maggio 2024 è riuscito a scappare dall’Iran e a rifugiarsi in Germania e ora è venuto a Roma per presentare l’ultimo film girato nel suo Paese, “Il seme del fico sacro”. Il film è ambientato durante le proteste di Donna, Vita e Libertà, racconta la violenza del regime contro gli studenti, e mette in evidenza come il clima di paura e le persecuzioni possano distruggere la vita di una famiglia.”Da anni il potere in Iran, per rimanere intatto, ha creato sfiducia nel popolo, ma ora c’è un effetto boomerang. – ha affermato il regista – ora è proprio quella sfiducia che lo rende più debole e fragile. Oggi c’è una enorme sfiducia dentro la stessa Repubblica islamica”. Nel film si mostra come le nuove generazioni, a differenza di quelle precedenti, siano pronte a ribellarsi al potere e alla violenza del regime. “Per quanto la situazione stia diventando più difficile di giorno in giorno e il prezzo da pagare sempre più alto, sono convinto che siamo sempre più vicini alla liberazione in Iran – ha detto Rasoulof – sono sicuro che i giovani troveranno il modo di imporre le loro richieste al potere e le donne il loro volere”.
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